Assicurazione auto, spuntano le spese nascoste: ogni anno paghi il doppio del normale | Se li prende lo stato di prepotenza

Illustrazione mano in bianco e nero che posa un'auto giocattolo su mazzette di banconote euro

Le tasse all'interno dell'assicurazione auto - mobilitasostenibile.it

Ogni anno paghiamo più di quanto pensiamo: l’assicurazione auto costa il doppio, ma non tutto finisce alla compagnia.

Ogni rinnovo sembra una sorpresa. Guardiamo il prezzo, sospiriamo, e ci convinciamo che sia solo colpa dell’inflazione o di qualche algoritmo misterioso.

In realtà, dentro quel totale che leggiamo sullo schermo si nasconde un piccolo segreto contabile; una parte della polizza non serve a coprire i rischi sulla strada, ma a finanziare imposte e contributi accessori. Nulla di illecito, intendiamoci, ma è il classico caso in cui la trasparenza non è proprio di casa.

Così finiamo per pagare una cifra tonda, senza sapere esattamente quanta parte di quel denaro serve davvero a proteggerci e quanta invece a far girare la macchina burocratica. Eppure, se si prova a leggere il prospetto informativo fino in fondo, si scopre che la fetta più consistente non riguarda affatto i sinistri, ma lo Stato e le sue imposte ‘nascoste’.

Le voci nascoste dentro la polizza

Non si vedono, ma ci sono. L’imposta statale sull’RC Auto è la prima voce invisibile: vale circa il 12,5% del premio, ma le province possono alzarla fino al 16%. A seguire c’è il contributo per il Servizio Sanitario Nazionale, un altro 10% circa destinato alla sanità pubblica. Poi arrivano i piccoli oneri, bolli e diritti amministrativi che passano inosservati, ma che sommati fanno la loro parte.

Alla fine, tra tasse e contributi parafiscali, oltre un quarto del premio assicurativo non resta all’assicurazione ma finisce allo Stato. Una quota tutt’altro che simbolica, che pesa sul totale anche più di quanto immaginiamo. Eppure, chi guarda solo il preventivo non se ne accorge: la cifra che compare è già ‘lordo, e il dettaglio vero resta nascosto nel prospetto informativo, che pochi hanno la pazienza di leggere fino in fondo. Ma tutto questo è normale? E soprattutto: si può fare in modo da evitare questi oneri?

Auto giocattolo sopra a una calcolatrice
I costi reali all’interno di una polizza – mobilitasostenibile.it

Una trasparenza che si perde tra le righe

Come anticipato, sì, tutto questo è perfettamente legale – solo poco visibile. Il sistema funziona così: le compagnie incassano, trattengono la parte assicurativa e versano il resto alle amministrazioni pubbliche. Nessun mistero, ma nemmeno troppa chiarezza.

E per quanto riguarda gli oneri? Purtroppo non si possono eliminare, ma si può almeno ridurre il peso complessivo della polizza. Come? Confrontando più preventivi, approfittando delle promozioni online e scegliendo coperture davvero utili, evitando pacchetti fotocopia che gonfiano solo il prezzo. Anche la residenza incide: cambiare compagnia in base alla provincia può portare a risparmi reali.

Ossia: in Italia l’aliquota dell’imposta sull’RC Auto è decisa a livello provinciale, quindi può variare anche del 3–4% tra un territorio e l’altro.

Significa che se due persone hanno la stessa auto, lo stesso profilo e la stessa compagnia, ma vivono in province diverse, pagano cifre differenti solo per via della residenza. Di conseguenza, alcune compagnie – soprattutto online – modulano le tariffe anche in base al CAP o alla provincia dichiarata, e scegliere una sede o un’agenzia in un territorio limitrofo può ridurre il premio annuale.