Auto a metano: confronto tra Germania, Italia ed Europa

Le auto alimentate a metano (GNC) potrebbero raggiungere una quota fino al dieci per cento della flotta totale in Germania e in Europa, ha affermato Stephen Neumann, Volkswagen Group Officer for Natural Gas Mobility in un’intervista al magazine Clean Energy Wire. Il metano è indispensabile laddove le auto elettriche hanno una autonomia limitata e necessitano di tempi di ricarica troppo lunghi. Il Gruppo Volkswagen domina il mercato tedesco delle auto a metano, con una quota di oltre il 90% dei veicoli di nuova immatricolazione nei primi mesi del 2018. La tecnologia potrebbe aiutare VW a raggiungere i futuri limiti della flotta CO₂ nell’Unione Europea.

Seat Arona TGI primo SUV a Metano

Negli ultimi due anni le case automobilistiche tedesche, hanno presentato strategie di ampio respiro con una chiara focalizzazione sulla mobilità elettrica, sottolineata dagli sviluppi tecnologici e politici in tutto il mondo. Tuttavia la mobilità a gas metano non è affatto morta.

Ci sono aree di utilizzo e regioni in cui i veicoli elettrici non sono una vera alternativa alle auto con motore a combustione, ad esempio quando si tratta di autonomia e tempi di ricarica. L’obiettivo di molti brand è quello di colmare questo divario con la mobilità a gas. Inoltre, dal punto di vista della produzione, la maggiore attenzione verso le auto a metano compensa parzialmente le perdite di produzione derivanti dalla discussione sul diesel.

Tuttavia, il mercato del GNC in Germania, in Italia e in Europa è ancora piccolo.

Si tratta sicuramente di un mercato di nicchia. Si notano tassi di crescita a tre cifre nelle nuove registrazioni da diversi mesi, rispetto all’anno precedente, ma i numeri assoluti sono ancora bassi. In Germania si parla ad esempio di circa 1.500 nuove immatricolazioni al mese. Numeri non paragonabili alle vendite di auto a benzina o diesel.

La mobilità a metano è un passo successivo nell’evoluzione del motore a combustione, in senso stretto non è una novità – è una tecnologia che è stata testata per dieci anni da brand come quelli che appartengono al Gruppo Volkswagen o FCA.

L’Europa avrà bisogno di una mobilità libera da CO₂, basata su energie rinnovabili, gas rinnovabili, compresi l’idrogeno e il metano.

Quando si considerano le emissioni di CO2, bisogna considerare l’origine dell’energia utilizzata.

Audi, ad esempio, sta espandendo le sue capacità per la produzione in modo sostenibile del metano.

L’Audi e-gas è generalmente prodotto in due fasi chiave: l’elettrolisi e la metanazione. Nella prima fase, l’elettricità rinnovabile generata viene utilizzato per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno. Nella seconda fase, l’idrogeno viene fatto reagire con la CO2 per produrre metano sintetico (Power to Gas).

Se si considerano gli sviluppi a lungo termine, questa è anche la porta di accesso alla mobilità dell’idrogeno, prima fase di conversione del processo PtG.

Questo è uno degli obiettivi di molte case automobilistiche. A lungo termine, i motori elettrici a batteria saranno sostituiti da motori a celle a combustibile, dove si avrà una trazione elettrica con una cella a combustibile alimentata da idrogeno prodotto da energia rinnovabile. Nel medio termine, l’obiettivo è quello di utilizzare il metano come combustibile e di liberarlo dalla sua quota fossile. C’è anche il biometano, che può contribuire alla ridurre della nicchia della mobilità a metano.

In Germania l’obiettivo è quello di avere un milione di auto a metano sulle strade entro il 2025, che rappresenterebbe circa il 2% del parco auto totale. Questi sviluppi, naturalmente, dipendono anche dai futuri prezzi del carburante e dalla volontà reale di arrivare di raggiungere l’obiettivo del 95% di riduzione dei gas serra, entro il 2050.

Il parlamento Europeo ha votato con larga maggioranza il decreto legge che prevede una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2030 sulle nuove auto.

Le nuove linee stanziate, prevedono un obiettivo intermedio del 20% in meno di emissioni entro il 2025, con l’obbligo per i produttori di auto di garantire che i veicoli elettrici e a basse emissioni – ovvero tutti quelli che producono meno di 50 grammi di CO2 al km – abbiano una quota di mercato del 35% entro il 2030.

L’Italia è al primo posto in Europa  per i volumi di vendita dei mezzi a GPL, metano, ibridi o elettrici puri, che hanno rappresentato l’11,7% del mercato nel 2017, in crescita del 24% sui volumi del 2016. Per quanto invece riguarda la quota di mercato, l’Italia è al secondo posto dopo la Norvegia. GPL e metano sono le alimentazioni “verdi” più diffuse in Italia, seguite da ibrido ed elettrico.

Il comparto delle auto ad alimentazione alternativa in Italia è composto da auto a benzina/GPL (6,5% del totale dei mercato), a benzina/metano (1,7%), da ibride (3,4% incluso le plug-in) e dalle elettriche (0,1%). L’Anfia rileva che “questi risultati, ottenuti grazie allo sviluppo delle motorizzazioni a gas, hanno consentito al nostro Paese di avere un parco composto da circa 927 mila auto a metano e 2,3 milioni di auto a GPL e di avere la piu’ ampia rete distributiva in Europa”. Nel 2017, in particolare, il buon andamento delle vendite di auto a gpl (+27%) ha riguardato sia i privati (+25%) che le società (+36%).

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