L’auto Made in Italy: un settore in crescita tra crisi e sfide

Design auto- Foto di Pixabay da Pexels-MobilitàSostenibile.it
Un focus aggiornato sulla produzione automobilistica italiana: quanti veicoli vengono costruiti, dove e quali sono i modelli di successo.
Nel 2024 l’industria automobilistica italiana ha registrato un significativo calo nella produzione, scendendo a 475.090 veicoli totali, tra auto e mezzi commerciali, con un calo del 36,8% rispetto al 2023. In particolare, le utilitarie hanno subito una contrazione del 45,7%, attestandosi a 283.090 unità, mentre i veicoli commerciali hanno subito una flessione minore del 16%, con 192.000 pezzi. Queste cifre riflettono un contesto sfidante, influenzato dalla riduzione di modelli storicamente venduti, come la Fiat 500 e la Lancia Ypsilon, e dalla pressione della transizione verso l’elettrico.
Fabbriche e modelli: dove nascono le auto italiane
La produzione si concentra in stabilimenti specifici:
Pomigliano d’Arco è leader con quasi 168.000 veicoli, tra cui spiccano Panda, Tonale e Hornet. Segue Melfi, con circa 62.000 unità, è il cuore della produzione 500X, Renegade e Compass. Cassino ha prodotto 26.850 vetture, tra Giulia, Stelvio e Maserati Grecale. Mirafiori, con 25.920 auto, include la 500E e Maserati, sebbene la produzione Maserati nel sito sia diminuita. Modena, con piccoli numeri (circa 260 auto), ospita la super sportiva Maserati MC20, infine, Atessa (Sevel) ha prodotto 192.000 veicoli commerciali, tra cui Ducato e Boxer.
Questi impianti stanno affrontando la transizione verso piattaforme elettriche (STLA Small, Medium, Large), con piani di produzione di nuovi modelli BEV e hybrid da qui ai prossimi anni.
Il ruolo strategico dei marchi “Made in Italy”
Non va dimenticato il contributo dei brand premium: Ferrari, Lamborghini, Maserati e Alfa Romeo mantengono la produzione sul territorio nazionale . Maserati realizza Giulia e Quattroporte a Grugliasco e Mirafiori progetta la 500e. In settori di nicchia, aziende come Dallara, Pagani, Mazzanti e Militem continuano a operare artigianalmente su supercar ed hypercar in Emilia e Lombardia.
Le stime recenti delineano un quadro incerto: l’Italia mira a tornare a produrre un milione di veicoli entro il 2030, ma i volumi attuali sono molto al di sotto. Le criticità includono costi energetici elevati, mancanza di una politica industriale strutturata e ritardi nell’ammodernamento delle linee produttive, in particolare per l’elettrificazione .
Il settore automobilistico italiano resta un pilastro strategico, con un mix di volumi di massa e prestigiose produzioni di nicchia. Tuttavia, per restare competitivo è fondamentale accelerare la transizione tecnologica, semplificare la filiera e sostenere gli investimenti in infrastrutture e innovazione.