Autovelox: arriva la “carta d’identità” della multa | Ecco quali errori formali la rendono nulla

Vigile che fa una multa con patente e libretto di un conducente in mano

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Le nuove regole puntano alla trasparenza totale: ogni verbale dovrà riportare una sorta di “carta d’identità” della multa, e basterà un dettaglio mancante per farla annullare.

Negli ultimi mesi, il tema delle multe da autovelox è tornato al centro del dibattito pubblico. Tra ricorsi accolti, sentenze favorevoli agli automobilisti e nuovi obblighi imposti ai Comuni, il sistema dei controlli elettronici sta subendo una revisione profonda. La novità più rilevante riguarda la documentazione che accompagna la sanzione: il verbale dovrà contenere tutte le informazioni tecniche e amministrative che provano il corretto funzionamento dell’autovelox al momento della rilevazione.

Secondo quanto indicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’obiettivo è garantire massima chiarezza e ridurre il contenzioso. Troppo spesso, infatti, gli automobilisti contestano sanzioni per errori formali o per mancanza di dati fondamentali. Con l’introduzione della cosiddetta “carta d’identità della multa”, ogni verbale dovrà essere completo e verificabile, pena la nullità.

I dati obbligatori che devono comparire nel verbale

La nuova procedura richiede che ogni multa riporti informazioni precise sul dispositivo utilizzato. Devono essere indicati il numero di serie dell’autovelox, la data dell’ultima taratura e la certificazione periodica rilasciata da un ente accreditato. Si tratta di elementi essenziali per garantire che il dispositivo fosse in condizioni perfette al momento del rilevamento della velocità.

Inoltre, il verbale deve specificare con chiarezza il punto esatto della rilevazione, indicando il chilometro, la direzione di marcia e il limite vigente in quel tratto. La mancanza anche di uno solo di questi dati può rendere la multa inefficace. Anche la segnaletica deve essere citata: l’avviso di presenza dell’autovelox deve trovarsi alla distanza imposta dalla normativa e deve essere regolarmente visibile.

Multa-Foto-di-Karola-G-da-Pexels-MobilitàSostenibile
Multa-Foto-di-Karola-G-da-Pexels-MobilitàSostenibile

Gli errori formali più frequenti che annullano la multa

Se la “carta d’identità” è incompleta, la sanzione può essere dichiarata nulla in sede di ricorso. Tra gli errori più comuni figurano la mancanza del certificato di taratura, l’assenza dell’indicazione del modello dell’autovelox o la mancata descrizione delle modalità di accertamento. Anche una semplice imprecisione sul punto esatto della rilevazione può invalidare il verbale, soprattutto nei tratti in cui il limite cambia rapidamente.

Un altro punto critico riguarda la segnaletica: se il cartello di preavviso non è posizionato correttamente o non è ben visibile, la multa può essere contestata. Gli esperti ricordano che anche gli errori di trascrizione — come targa sbagliata, orario errato o coordinate non coerenti — rientrano tra i motivi validi per ottenere l’annullamento. La nuova “carta d’identità della multa” nasce proprio per evitare questi problemi, imponendo agli enti accertatori una maggiore precisione. Nei prossimi mesi, si vedrà se la riforma ridurrà davvero le contestazioni o se aprirà un nuovo fronte di ricorsi più consapevoli e strutturati.