Carlo Vanzini ha un tumore al pancreas: 10 chemio e poi l’operazione | Il re della Formula 1 in tv sta combattendo come un leone

Carlo Vanzini ha un tumore al pancreas: 10 chemio e poi l’operazione | Il re della Formula 1 in tv sta combattendo come un leone

Vanzini @mobilitasostenibile

Carlo Vanzini, la voce più riconoscibile della Formula 1 in Italia, ha raccontato di essere alle prese con un tumore al pancreas: dieci cicli di chemioterapia, poi l’intervento. E nel frattempo continua a lavorare, “come un leone”.

Non è un retroscena di paddock, ma la notizia più dura che potesse riguardare il volto simbolo delle telecronache di Formula 1. Carlo Vanzini ha deciso di parlare apertamente del proprio tumore al pancreas, spiegando di essere impegnato in un percorso di cura lungo e complesso: dieci sedute di chemioterapia, già iniziate, e poi l’operazione chirurgica, programmata una volta concluso il ciclo. Una scelta di trasparenza, maturata anche per mettere a tacere le voci e per dare un volto umano alle battaglie che tanti spettatori stanno vivendo lontano dai riflettori.

La diagnosi è arrivata come spesso accade: quasi di colpo, al termine di controlli che non lasciavano presagire uno scenario di questo tipo. Vanzini non ha nascosto lo choc, la paura, la fatica fisica delle prime chemio. Ma fin da subito ha voluto fissare un punto fermo: la malattia è un avversario da affrontare, non un’ombra di cui vergognarsi. E per farlo ha scelto di continuare, finché possibile, a essere la voce delle gare, trasformando ogni Gran Premio in una parentesi di normalità.

Dieci chemio e poi il bisturi: il “campionato” più difficile di sempre

Il piano di cura raccontato dal telecronista segue lo schema più impegnativo, ma anche più aggressivo: prima la chemioterapia, per ridurre e controllare il tumore, poi la chirurgia. Dieci cicli non sono una passeggiata: significano settimane di infusioni, controlli, effetti collaterali da gestire un giorno alla volta. In mezzo, il lavoro, la famiglia, la necessità di tenere la testa accesa anche quando il fisico ti chiede solo riposo.

Vanzini usa spesso le metafore del motorsport per spiegare quello che sta vivendo: un mondiale lungo, fatto di tappe e soste ai box, in cui non puoi vincere ogni domenica ma devi arrivare in fondo. La chemioterapia diventa così una serie di pit stop obbligati, l’intervento chirurgico il momento in cui si spera di cambiare definitivamente il corso della gara. Con la consapevolezza che, come in pista, nessuno può garantire il risultato, ma preparazione e determinazione fanno la differenza.

Vanzini @mobilitasostenibile

Il re della Formula 1 in tv e il messaggio a chi lo guarda da casa

Per chi segue la F1 da anni, la figura di Carlo Vanzini è quasi sovrapposta alle immagini delle monoposto: il timbro di voce, le esclamazioni, il racconto dei sorpassi. Sapere che quella stessa voce, tra una diretta e l’altra, affronta cicli di chemio e visite oncologiche sposta il racconto su un altro piano. Il “re della Formula 1 in tv” non è più solo il telecronista entusiasta, ma un uomo che combatte una battaglia durissima, senza rinunciare al proprio lavoro e alla propria passione.

Il messaggio che lascia, anche senza trasformarsi in testimonial di nulla, è semplice e potentissimo: parlare della malattia non significa arrendersi, ma riconoscere che esiste e che si può provare a combatterla con le armi della medicina e con la forza delle relazioni. Chi ascolta le sue telecronache sa che dietro a ogni “SU I MOTORI!” c’è anche la fatica di una terapia appena conclusa o in arrivo. E forse, proprio per questo, ogni gara raccontata da Vanzini oggi ha un sapore diverso: quello di un appello silenzioso a non mollare, in pista come nella vita.