Deloitte, umanesimo digitale e la mobilità come ambito per la ripresa

Deloitte parteciperà come contributor ufficiale a Next Generation Mobility (18, 19 e 20 maggio 2021), il nuovo evento per progettare la mobilità del futuro con i cittadini al centro.

Il giorno 18 maggio Luigi Onorato, Insurance Sector Leader e FSI Innovation Leader Deloitte Italia, interverrà con un intervento dal titolo “Umanesimo Digitale | Mobilità ambito prioritario per la ripresa”.

Analogamente all’ambito “Salute & Benessere”, la “Mobilità” è uno dei settori maggiormente toccati dalla situazione di emergenza, a causa delle forti limitazioni imposte agli spostamenti, legati a un elevato numero delle attività quotidiane più comuni. Distanziamento sociale, riduzione degli spostamenti, mezzi pubblici in sicurezza: sono solo alcuni degli elementi che hanno segnato le vite delle persone e che sono determinanti nel riscrivere la nuova normalità. Si tratta di un impatto che si manifesta in diversi modi, sicuramente un impatto economico, ma anche e soprattutto di natura emotiva e che influenza i nostri comportamenti. La mobilità ha infatti un ruolo fondamentale per la qualità della vita ed è diventato un ambito ancora più critico in quanto la pandemia ha avuto importanti conseguenze sulle abitudini dei consumatori, a prescindere dal periodo di isolamento forzato.

Nello specifico, a fronte dell’emergenza, le persone hanno ripensato le loro modalità di spostamento abbandonando progressivamente i mezzi di trasporto pubblico, per prediligere auto e bici di proprietà. La crisi sanitaria ha portato anche a una maggiore diffusione di nuove forme di mobilità, soprattutto in ambito di sharing economy, come i monopattini elettrici, e a un consolidamento di forme di mobilità alternativa già diffuse (in primis il car sharing) che possono garantire distanziamento, flessibilità e risparmio. Tuttavia, in questo scenario, l’Italia presenta ancora alcune barriere da abbattere rispetto agli altri paesi in merito all’uso delle forme di mobilità condivisa. Le due principali limitazioni nell’adozione della nuova mobilità sono la mancanza di adeguate infrastrutture e la percezione di sicurezza durante l’utilizzo. Ciò è particolarmente vero per le soluzioni di micro mobilità: primi tra tutti i monopattini, seguiti dalle bici (sia private, sia in sharing).

La crisi ha portato i consumatori a ripensare i modelli di trasporto consolidati e attualmente in uso, rendendo quindi necessario riorganizzare la mobilità nel suo complesso, da quella urbana ed extraurbana a quella multimodale. La maggiore adozione delle nuove tecnologie durante l’emergenza sanitaria, anche da parte della popolazione tradizionalmente considerata lontana dall’innovazione, apre inoltre a opportunità nella personalizzazione dei servizi, resa possibile grazie all’utilizzo dei dati, che può essere considerata nella rimodulazione dell’offerta in ambito mobilità.

Le profonde trasformazioni del contesto richiedono alle aziende e alle Istituzioni interventi concreti nell’offerta in ambito mobilità. Lo sforzo che gli attori coinvolti devono compiere riguarda la creazione di un nuovo modello di mobilità più sostenibile che dovrà articolarsi lungo cinque direttrici chiave.

La prima direttrice su cui dovrà basarsi la nuova offerta è garantire la sicurezza e il distanziamento fisico, in particolare sui mezzi di trasporto pubblico o condivisi. Per questa tipologia di servizio, i cittadini italiani ed europei ritengono prioritario il distanziamento sociale, seguito dal monitoraggio e dal contingentamento degli ingressi per limitare i contatti tra passeggeri. Rispondere oggi a questa necessità non solo risponde a un bisogno particolarmente sentito da tutti i cittadini, ma crea anche le condizioni per un servizio più confortevole ed in linea con il progresso della società.

La seconda direttrice riguarda gli interventi sulle infrastrutture e sul trasporto pubblico, che permettano da un lato di soddisfare le nuove esigenze di fruizione del servizio, e dall’altro di abilitare soluzioni strutturali per il prossimo futuro, inclusi interventi per una maggiore sostenibilità ambientale. Del resto, 8 italiani su 10 individuano le tematiche infrastrutturali come priorità di intervento: strade, piste ciclabili, parcheggi, viabilità e aree pedonali, sono ritenute da tutti i cittadini un elemento necessario. Il governo italiano si sta già muovendo in tal senso, avendo stanziato 25 miliardi di euro nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato alla Camera lo scorso 26 aprile 2021 (il 13% sul totale degli investimenti stanziati pari a 191 miliardi di euro).

Altro aspetto di riflessione, che costituisce la terza direttrice, è la necessità di rivedere gli interventi sulle infrastrutture in un’ottica più generale di “Intermodalità” tra le diverse soluzioni di trasporto e di mobilità. Tale approccio evidenzia la necessità di vedere le soluzioni di trasporto pubblico, privato e in sharing in una logica integrata e funzionale tra loro (il 72% degli italiani—vs. il 61% della media europea—ritiene importante la presenza di un unico punto di accesso che integri diverse soluzioni di trasporto).
Le abitudini dei consumatori si stanno quindi già orientando a una logica intermodale, per cui l’effettivo utilizzo anticipa l’adeguamento infrastrutturale e normativo. Per questo motivo, la quarta direttrice su cui si dovrà concentrare l’offerta di innovazione è l’ideazione di una regolamentazione mirata in grado di tutelare gli utenti delle soluzioni di mobilità, permettendone uno sviluppo sicuro ma anche funzionale all’organizzazione delle città.

Infine, le soluzioni innovative, che portano a un ripensamento della mobilità in termini di vivibilità e connettività, passano per l’utilizzo sempre più intelligente dei dati in ottica di smart city. Un’efficace raccolta e gestione dei dati relativi alla mobilità rappresenta dunque la quinta direttrice su cui si dovrà concentrare l’offerta di innovazione.

L’avanzamento di questo settore, tuttavia, non può che avvenire tramite un’importante collaborazione tra gli attori dell’ecosistema. Per la ridefinizione di un piano di mobilità urbana, Istituzioni pubbliche e Governo (oltre 48 miliardi di euro stanziati in ambito mobilità nell’ultima versione del PNRR—il 25% del totale degli investimenti), sono considerati dagli italiani come il primo attore seguito da università e centri di ricerca, startup e aziende. Tuttavia, nessuna di queste parti presa singolarmente può essere efficace autonomamente: serve quindi collaborazione e sinergia tra i diversi player.

«L’emergenza sanitaria impone un’accelerazione mirata verso nuovi modelli di mobilità, che devono essere adattati alle differenze territoriali del nostro Paese. Per fare questo sono necessarie azioni nell’immediato per affrontare la crisi ma anche interventi strutturali per il prossimo futuro, che vanno nella direzione di creare un modello di mobilità più sostenibile (per il prossimo futuro, il 53% dei cittadini auspica lo sviluppo di piste ciclabili e il 47% di bonus per una mobilità green) e in grado di coniugare l’offerta tecnologica con i bisogni degli utenti», dichiara Luigi Onorato, Insurance Sector Leader e FSI Innovation Leader Deloitte Italia.

«Tale sfida è ancora più sentita dagli operatori del settore automotive che devono oggi necessariamente aprirsi alla collaborazione con operatori pubblici e privati di altri settori, per sostenere un programma di rilancio strategico e di lungo termine, focalizzato sull’innovazione tecnologica, sulla specializzazione di prodotto e sulla crescita dimensionale. Tutto ciò non solo per affrontare le sfide di un mercato sempre più globale, ma per cogliere anche l’opportunità di avviare un percorso di ristrutturazione e rinnovamento per l’intera filiera automobilistica», aggiunge Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader e Partner Deloitte Italia.

«Per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori e porre delle basi solide all’evoluzione del settore sarà necessario avviare un’azione di ecosistema che coinvolga tutti gli attori della “Mobility value chain”, unendo gli interventi istituzionali con le iniziative messe in atto in più settori industriali, come startup consolidate sul mercato e PMI innovative, ma che intercetti anche i nuovi trend e i nuovi ambiti di ricerca e Trasferimento Tecnologico che coinvolgono università, centri di ricerca e dipartimenti R&D delle aziende, parte integrante e fondamentale di questi nuovi modelli innovativi per la mobilità», conclude Francesco Iervolino, Partner Deloitte Officine Innovazione.

In questo contesto, gli attori dell’ecosistema dovranno lavorare in logica collaborativa, sin dalla fase di ideazione, per introdurre migliorie alle infrastrutture fisiche e digitali necessarie a supportare i nuovi modelli e servizi, oltre che adeguamenti normativi e incentivi che stimolino l’adozione di mezzi di trasporto più sostenibili. In termini di gestione, invece, le iniziative di innovazione dovranno mirare a introdurre tecnologie avanzate per abilitare modelli di mobilità intermodali e una gestione dei dati attiva e condivisa in ottica «green» e di smart city, unendo l’offerta dei diversi attori per creare servizi integrati e completi.

Infine, per aumentare la fruizione da parte dei clienti, sarà necessario definire prodotti e servizi che possano supportare o migliorare gli spostamenti di tutti i giorni, garantendo una maggiore sicurezza degli utenti, e convenienza rispetto a tutte le forme di mobilità.
Per tali ragioni, l’umanesimo digitale e l’innovazione antropocentrica segnano la direzione per uno sviluppo sicuro, sostenibile e a misura delle reali esigenze delle persone e del nostro territorio, necessario oggi più che mai.

Per seguire gratuitamente il live streaming di tutte le conferenze in programma al Next Generation Mobility (18, 19 e 20 maggio 2021), effettuare la registrazione al seguente link: https://www.ngmobility.it/partecipa/