“Dovete ridarci il bollo del 2016, lo pagate 2 volte”: ecco la raccomandata verde | Costretti a dargli i soldi

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Una richiesta che riguarda il bollo auto arriva anni dopo e mette in crisi tanti automobilisti: ecco come comportarsi per evitare il peggio.
Per molti automobilisti italiani è tornato l’incubo di una tassa che sembrava ormai archiviata: il bollo auto del 2016.
In questi giorni, infatti, numerosi contribuenti stanno ricevendo una raccomandata verde contenente la richiesta di pagamento di una vecchia tassa automobilistica.
L’imposta viene richiesta anche in casi in cui i proprietari dei veicoli risultano in regola con i versamenti più recenti.
La vicenda sta generando grande confusione: si parla di richieste riferite a bolli risalenti ad anni fa, apparentemente dimenticati, ma mai effettivamente saldati secondo le banche dati delle Regioni o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Bollo auto di diversi anni fa: cosa succede se non si può dimostrare il pagamento
Il problema riguarda soprattutto coloro che, per disattenzione o per smarrimento delle ricevute, non possono oggi dimostrare l’avvenuto pagamento. Il fatto che abbiano versato regolarmente il bollo nel 2024 non li esonera dalla pretesa fiscale relativa agli anni precedenti.
Le autorità fiscali possono infatti recuperare i bolli non saldati entro i termini prescrizionali, anche dopo otto anni, purché il credito non sia decaduto formalmente. Questo vale per chi non ha mai pagato, ma anche per chi non può dimostrare di averlo fatto.
La conseguenza è che si può essere costretti a versare di nuovo una somma già corrisposta nel 2016, se mancano prove documentali. Alcuni utenti consigliano di non ritirare la raccomandata verde per evitare l’obbligo formale di pagamento, ma gli esperti fiscali mettono in guardia: ignorare la notifica può aggravare la situazione, soprattutto se si attivano cartelle esattoriali. In certi casi, potrebbe rivelarsi utile attendere eventuali sanatorie o rottamazioni, ma resta un rischio concreto.

Cosa fare quando si riceve una richiesta di pagamento di un vecchio bollo auto
Alla ricezione della raccomandata, il primo passo consiste nel verificare se l’importo richiesto è corretto e se si è davvero in mora. In caso di dubbio, è consigliabile consultare i propri estratti conto online sui portali regionali o dell’Agenzia delle Entrate. Se si dispone di prove di pagamento del bollo 2016 (ricevute, quietanze, movimenti bancari), è possibile opporsi formalmente.
In assenza di documentazione, però, la strada della contestazione diventa più difficile. Pagare può sembrare ingiusto, ma evita sanzioni e fermi amministrativi. Le Regioni, intanto, non hanno previsto deroghe per questi casi, e l’eventualità di una futura rottamazione non è al momento confermata. L’unica certezza è che il bollo del passato, se non saldato, può tornare a pesare come un macigno, anche a distanza di anni.