“È l’auto di mia madre” “Non ci interessa”: 3526€ di multa e ritiro del libretto | Da oggi serve la delega firmata e timbrata dal PRA

Vigile che fa una multa con patente e libretto di un conducente in mano

Guidare l'auto dei propri genitori - mobilitasostenibile.it

Puoi essere figlio, nipote o compagno devoto: se usi l’auto di qualcun altro per troppo tempo senza dirlo al PRA, rischi grosso.

Che sia l’auto della madre, del padre o del partner, poco cambia. L’hai usata per settimane – magari mesi – convinto che, in fondo, non stavi facendo nulla di male. Del resto, non l’hai rubata: te l’hanno data. E invece no. Perché se ti fermano e scoprono che stai guidando un’auto non intestata a te, senza aver registrato nulla, la risposta sarà secca: “non ci interessa”. E scatta la sanzione.

Parliamo di una multa che può arrivare fino a 3526€, con il ritiro immediato del libretto. Il tutto perché manca una delega. E non un foglietto scritto a penna; serve un’annotazione vera, timbrata e approvata.

Se usi spesso l’auto, devi essere tu a risultare

Il riferimento è l’articolo 94, comma 4-bis del Codice della Strada. Dice chiaramente che se un’auto viene usata in modo continuativo per oltre 30 giorni da una persona diversa dall’intestatario, bisogna registrare chi è il reale utilizzatore. Non basta che l’auto sia di famiglia, e non basta spiegare la situazione con gentilezza.

Serve aggiornare i dati alla Motorizzazione e al PRA, facendo comparire anche il nome di chi guida di fatto il veicolo. Lo scopo? Sapere sempre chi c’è dietro a un volante, senza equivoci, soprattutto in caso di multe, incidenti o responsabilità legali.

Non si tratta di un cambio di proprietà, ma di una semplice ‘annotazione di uso’, che costa poco ma ti evita guai pesanti. Perché se l’auto è tua solo nei fatti, deve esserlo anche nei documenti. Ma nel caso si trattasse di conviventi? Qui bisogna chiarire bene la questione.

Carabiniere di schiena durante un posto di blocco
Guidare l’auto di un’altra persona secondo la legge – mobilitasostenibile.it

La legge non guarda in casa vostra

Convivenza, matrimonio, famiglia stretta: poco importa. Se stai guidando da settimane l’auto del tuo partner o di un familiare convivente, e quella macchina non è intestata a te, per la legge non cambia nulla. Non basta dormire sotto lo stesso tetto, condividere bollette o avere lo spazzolino nello stesso bicchiere: quello che conta è chi usa davvero l’auto, e per quanto tempo.

L’articolo 94, comma 4-bis è chiarissimo: se utilizzi in modo continuativo per oltre 30 giorni un veicolo intestato a qualcun altro, devi registrare il tuo nome. E attenzione: quei 30 giorni partono dal primo controllo.

Se ti fermano una prima volta e stai guidando un’auto non tua, non succede nulla. Ma da lì parte il conto alla rovescia. E se alla seconda verifica sei ancora alla guida, senza aver fatto l’annotazione, scatteranno multa e sanzione.

Puoi anche usare la macchina della tua compagna ogni giorno, per mesi. Ma se ti fermano e poi ti ritrovano, senza che tu abbia sistemato nulla, il rischio è reale.