“Il libretto non può tenerlo così”: dal 1 Novembre portalo sempre a casa | 170€ di multa a tutti quelli che lo tengono così

Libretto di circolazione - mobilitasostenibile.it
Scatta l’obbligo del libretto di circolazione: perché con la legge in vigore è caldamente consigliato portarlo a casa.
Ce l’abbiamo tutti; non perché vogliamo, ma perché dobbiamo portarlo con noi in auto o in moto. Il libretto di circolazione – più precisamente, carta di circolazione (e per le nuove immatricolazioni, DUC) – è la vera e propria carta d’identità del veicolo: quella che racconta la storia del mezzo e la sua regolarità su strada. Eppure, ad oggi, non basta averlo per essere in regola.
Oggi la normativa prevede un’accortezza in più, specialmente qualora si incontrassero Forze dell’Ordine non propriamente permissive. Il problema è che moltissimi automobilisti non conoscono questa legge – anzi, spesso la confondono: si pensa che quel foglio possa restare lì, nel cruscotto, e che i sistemi digitali lo rendano quasi superfluo, anche se non è in perfette condizioni.
Ma è tutto sbagliato. E sarebbe meglio accorgersene prima che venga fatto notare durante un posto di blocco.
Il documento unico ha cambiato le regole, ma il libretto serve ancora
Negli ultimi anni, più di qualcuno ha smesso di fare attenzione al libretto. Un po’ perché la burocrazia si è snellita, un po’ perché sono cambiate le carte in tavola. Da qualche tempo, infatti, con le nuove immatricolazioni non viene più consegnato il vecchio libretto come lo conoscevamo, ma il DUC – Documento Unico di Circolazione, che accorpa carta di circolazione e certificato di proprietà in un unico documento stampato.
Nel frattempo, anche i controlli si sono evoluti: oggi basta una targa per sapere praticamente tutto sul veicolo. E questo ha portato molti a pensare che il libretto, o il DUC, siano diventati superflui. Ma non è così. Il documento va sempre tenuto a bordo, come previsto dal Codice della Strada.
Solo che non va dimenticato lì: va controllato. Potremmo accorgerci – troppo tardi – che non è più valido. E in quel caso, si rischia una sanzione anche se l’auto è perfettamente in regola.

Se è rovinato, è come se non ci fosse
Il libretto è fragile. Nonostante sia ufficiale, non è fatto per resistere a caldo, umidità e usura da cruscotto. Lo pieghiamo, lo stipiamo accanto a monetine, occhiali, chiavi, a volte lo dimentichiamo lì per anni. Eppure, il vano portaoggetti non è una cassaforte: il caldo estivo secca la carta, l’umidità la gonfia, e l’inchiostro si scolorisce. A quel punto i dati potrebbero diventare illeggibili.
E la legge non lascia molto margine: l’articolo 180 del Codice della Strada stabilisce l’obbligo di esibire i documenti di circolazione in condizioni idonee. Se risultano rovinati al punto da non poter essere letti, è come non averli affatto.
In questo caso, la sanzione è di 42€ fino a 173€ (molto dipende dal veicolo che si guida: es: per le moto è inferiore), ma può salire se i dati non sono reperibili immediatamente. Perché se i sistemi non riescono a recuperarli online, scatta l’obbligo di presentarsi entro 30 giorni in caserma con i documenti leggibili.
Ovviamente tutto sta alla clemenza del vigile. Ma come sappiamo, certe cose non si possono prevedere. Altre sì. E una di queste è proprio evitare di girare con un documento che, alla prima piega sbagliata, potrebbe costarci una multa.