Il Museo del Prado mette in guardia contro i cambiamenti climatici modificando alcune delle sue opere più emblematiche

In mezzo ai disordini creati dall’uragano Greta Thunberg, c’è chi la mette in discussione, mette in dubbio il suo lavoro e continua a sostenere che il cambiamento climatico è una faccenda per la quale non c’è bisogno di essere allarmisti.

I due protagonisti di “El Quitasol” di Goya come due rifugiati climatici

La verità è che, a parte i problemi dei media e le manipolazioni televisive, ci sono fatti comprovati che il pianeta sta subendo le conseguenze devastanti del riscaldamento globale o di un’eccessiva invasione di plastica e non siamo ancora consapevoli di ciò che questo può causare.

Lo scioglimento dei ghiacci, gli oceani di plastica, la scomparsa di alcune specie, la deforestazione, la siccità, i disastri naturali – non ci rendiamo conto che se il clima cambia, tutto cambia?

Il “Felipe IV a cavallo” di Velázquez colpito dall’innalzamento del mare e dal disgelo

Con questa premessa, basata sul fatto che se continuiamo così smetteremo di conoscere la vita come l’abbiamo conosciuta finora e con il COP25 Climate Summit come sfondo, il Museo del Prado ha lanciato un’originale e imponente campagna di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici, in cui sono state modificate quattro delle sue opere più emblematiche.

Per la campagna in questione, realizzata in collaborazione con il WWF, il team del museo ha selezionato i dipinti “Felipe IV a cavallo” di Velázquez, “Bambini sulla spiaggia” di Joaquín Sorolla, “L’ombrellone” di Goya e “Il passaggio del lago Stige” di Joachim Patinir.

I “Bambini sulla spiaggia” di Sorolla per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’estinzione delle specie marine

In ognuno di questi capolavori, il danno che un aumento della temperatura avrebbe causato all’intero pianeta si è riflesso. Così, ad esempio, nel dipinto di Filippo IV, il protagonista appare sul dorso del cavallo quasi completamente immerso nell’acqua per riflettere il grave problema dell’innalzamento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacciai, che, secondo i dati del WWF, potrebbe aumentare di oltre un metro entro la fine di questo secolo.

I bambini di Sorolla sono circondati da pesci morti o dalla laguna desertica della Stiria, deforestata dalla siccità.

La campagna, intitolata “+1,5º Cambia tutto”, è stata lanciata per sensibilizzare sul fatto che il cambiamento climatico cambia tutto, anche dal punto di vista artistico; usare il linguaggio universale dell’arte è un modo per scuotere e scuotere in modo grafico, o per rivendicare la necessità di accordi politici e iniziative che garantiscano la sopravvivenza del pianeta e della nostra.

Anche se i dati sono allarmanti, abbiamo ancora tempo per iniziare a riparare i disastri che abbiamo causato lavorando insieme per salvare il pianeta, anche se, per una volta, per amore di un’arte, l’arte di vivere.

Il “Passaggio dello Stagno dello Stige” di Joachim Patinir come scena post-apocalittica dove regna la siccità
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