Incentivi auto finiti in poche ore: perché il click-day ha escluso migliaia di famiglie | il meccanismo che nessuno spiega
Chiavi Mercedes (pexels)
Gli incentivi auto messi a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sono terminati nel giro di poche ore, lasciando fuori migliaia di famiglie che contavano sul contributo per acquistare una vettura nuova: un risultato che ha riacceso le polemiche sul meccanismo del click-day.
La scena si è ripetuta come già accaduto in passato: piattaforma attiva, fondi disponibili e una corsa contro il tempo che ha premiato solo chi è riuscito a completare l’operazione per primo. Nel giro di una mattinata, le risorse destinate agli ecobonus auto si sono esaurite, nonostante la platea potenziale fosse molto più ampia. Il problema non è solo la quantità limitata di fondi, ma il modo in cui vengono distribuiti, un aspetto che continua a penalizzare molte famiglie.
Secondo quanto chiarito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il sistema adottato segue criteri oggettivi e automatici. Tuttavia, per chi resta escluso, la sensazione è quella di un accesso diseguale a una misura pubblica che dovrebbe favorire una transizione più equa verso veicoli meno inquinanti. La rapidità con cui i fondi finiscono rende evidente che la domanda supera di gran lunga le risorse disponibili, ma anche che il meccanismo di assegnazione non tiene conto delle reali esigenze delle famiglie.
Perché il click-day ha escluso così tante famiglie
Il click-day è basato su una regola semplice: gli incentivi vengono assegnati in ordine cronologico fino all’esaurimento dei fondi. Questo significa che non conta il reddito, non conta l’urgenza, non conta la composizione del nucleo familiare, ma solo la velocità con cui il concessionario riesce a prenotare il bonus sulla piattaforma ministeriale. In pratica, il cittadino non agisce direttamente: è il concessionario che inserisce i dati e “blocca” l’incentivo. Chi si affida a strutture più grandi, con sistemi informatici rapidi e personale dedicato, parte avvantaggiato rispetto a chi si rivolge a piccole concessionarie o si muove all’ultimo momento. Questo crea una disparità strutturale, perché non tutti hanno le stesse possibilità di essere pronti al momento dell’apertura della piattaforma.
Molte famiglie, pur avendo i requisiti, non riescono a rientrare semplicemente perché arrivano tardi di pochi minuti. In altri casi, la pratica resta sospesa per problemi tecnici, mentre i fondi vengono nel frattempo assegnati ad altri. Il risultato è che l’accesso all’incentivo diventa una lotteria, più che una misura di politica industriale e sociale. Un altro elemento critico è la comunicazione. Spesso la data di apertura del click-day viene annunciata con poco anticipo, rendendo difficile organizzarsi. Chi non segue costantemente le comunicazioni ufficiali rischia di scoprirlo quando i fondi sono già terminati. Questo spiega perché migliaia di famiglie restano escluse pur essendo interessate e potenzialmente idonee.

Il meccanismo degli ecobonus auto che pochi conoscono davvero
Dietro al click-day c’è un sistema di prenotazione che funziona in tempo reale. Ogni incentivo viene “bloccato” sulla piattaforma del Ministero non appena il concessionario inserisce i dati del veicolo e dell’acquirente. Non esiste una graduatoria né una valutazione successiva: chi arriva prima ottiene il bonus, chi arriva dopo resta fuori. I fondi sono suddivisi per fasce di emissioni e, in alcuni casi, per tipologia di acquirente. Ma anche all’interno di queste categorie, la logica resta la stessa. Quando la dotazione di una fascia si esaurisce, non è possibile attingere ad altre risorse, anche se la richiesta rimane elevata. Questo spiega perché alcuni incentivi spariscono in poche ore, mentre altri restano disponibili più a lungo. Un aspetto poco noto è che molti incentivi vengono prenotati da concessionari che hanno già contratti pronti e clienti in lista da giorni o settimane. Il click-day, quindi, non è il momento in cui si decide se comprare l’auto, ma il momento in cui si formalizza una decisione già presa. Chi arriva senza una pratica già preparata parte inevitabilmente in svantaggio.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sottolinea che il sistema è pensato per garantire rapidità e trasparenza, evitando lunghe istruttorie. Tuttavia, l’effetto collaterale è un’esclusione di massa che colpisce soprattutto le famiglie meno informate o meno strutturate. Il bonus finisce per premiare l’organizzazione più che il bisogno. Questo meccanismo solleva interrogativi sulla reale efficacia degli incentivi come strumento di equità sociale. Se l’obiettivo è favorire la diffusione di auto meno inquinanti e sostenere le famiglie, il click-day rischia di andare nella direzione opposta, concentrando le risorse su una platea ristretta e lasciando fuori molti potenziali beneficiari. Finché il sistema resterà invariato, è probabile che ogni nuova apertura degli incentivi riproduca lo stesso schema: fondi esauriti in poche ore, polemiche e migliaia di famiglie escluse. Il problema non è solo la scarsità delle risorse, ma il meccanismo stesso di assegnazione, che continua a essere poco comprensibile e difficilmente accessibile per tutti.
