La Cina blocca tutto: l’industria elettrica in Europa è in trappola | Lo stop alle terre rare fa tremare l’Occidente

Cina e terre rare - fonte Pixabay - mobilitasostenibile.it

Cina e terre rare - fonte Pixabay - mobilitasostenibile.it

L’ultimo annuncio del presidente cinese ha sconvolto il settore automobilistico. Ed è scattata la preoccupazione.

Si aggiunge un nuovo preoccupante capitolo nella guerra commerciale che sta caratterizzando questi ultimi anni. La Cina ha infatti di recente annunciato restrizioni alle esportazioni di terre rare, una questione molto importante.

La recente decisioni del presidente Xi Jinping, infatti, sta mettendo sotto pressione tutto il settore dell’auto elettrica. Soprattutto in Europa, dato che questi elementi sono fondamentali per la produzione di magneti permanenti ad alte prestazioni, che vengono usati appunto nei motori.

Il problema sta nel fatto che Pechino controlla oltre il 60% della produzione globale e il 90% della raffinazione di terre rare, secondo i dati dell’Us Geological Survey 2024. Ora però la Cina vuole introdurre un nuovo sistema di licenze per l’esportazione, rallentando così le forniture verso l’Europa.

Serve una soluzione al più presto o sembra difficile che l’industria europea possa riprendersi da questa notizia. La situazione si fa sempre più complicata.

Cina, lo stop alle terre rare mette in ginocchio l’Europa

Le aziende automobilistiche europee, in particolare quelle tedesche come Volkswagen, BMW e Mercedes Benz, stanno già affrontando forti ritardi nella catena produttiva, soprattutto nei comparti che sono legati alla propulsione elettrica e alla componentistica magnetica. Il Ceo di BMW Oliver Zipse ha dichiarato, durante una recente intervista a Handelsblatt, che “la dipendenza da un unico fornitore per materiali strategici è insostenibile nel lungo termine”.

La transizione elettrica che sta interessando il nostro continente però richiede inevitabilmente una forte domanda di terre rare. Una domanda destinata a crescere nei prossimi anni: si stima che entro il 2035 crescerà di una cifra compresa tra il 7 e il 9% all’anno, spinta soprattutto dal settore automobilistico.

Il presidente cinese Xi Jinping - fonte Facebook - mobilitasostenibile.it
Il presidente cinese Xi Jinping – fonte Facebook – mobilitasostenibile.it

Serve una soluzione al più presto

L’Unione Europea ha risposto alla crisi con il Critical Raw Materials Act, approvato nel 2024. L’idea è quella di diversificare le fonti e aumentare l’autonomia strategica con l’obiettivo di coprire almeno il 15% della domanda interna di terre rare da estrazione e raffinazione interna entro il 2030. Gli investimenti richiedono però tempo e nel breve periodo le case automobilistiche si troveranno inevitabilmente in forte difficoltà.

Nel frattempo, si stanno sperimentando soluzioni alternative. Come Tesla, che ha annunciato che svilupperà motori privi di terre rare nei suoi modelli futuri. Nel frattempo si aspetta l’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e Donald Trump, atteso tra qualche giorno: la speranza è che si arrivi ad un punto di incontro.