La rivoluzione è qui: dai servizi di mobilità alla Mobilità come Servizio

Dì dove vuoi andare e ti ci portiamo. Sarà questa la base della mobilità nel prossimo futuro, secondo tutti gli studi del settore e le strategie di aziende ed amministrazioni in tutto il mondo.

Lo sharing di biciclette e automobili ha dato l’avvio ad una mobilità individuale diversa, resa possibile dalla tecnologia e dallo sviluppo di piattaforme digitali. Dal possesso di veicoli si è passati al loro utilizzo e la mobilità è diventata un servizio, al pari del trasporto pubblico.

Quasi nessuno spostamento da dove siamo a dove vogliamo andare comprende l’utilizzo di un solo mezzo. La sfida ora è quindi passare dai servizi di mobilità, che l’utente deve comunque integrare autonomamente per ottenere una catena di itinerari per giungere a destinazione, alla Mobilità come Servizio, con piattaforme che propongano automaticamente soluzioni di mobilità multimodale per gli spostamenti. La MaaS permetterà di valutare le diverse soluzioni, scegliere quella più conveniente, prenotare e pagare in un’unica transazione. Il servizio si preoccuperà del resto, compresa la ricerca di alternative in corso d’opera in caso di ritardi, cancellazioni o cambi di programma.

I servizi di mobilità costituiscono un mercato immenso: il recente studio di Accenture “Mobility Services: The Customer Perspective” ha stimato che i ricavi dei servizi di mobilità arriveranno, entro il 2030, a quasi 1,2 trilioni di dollari. Lo studio, che prende in esame le sfide chiave che dovranno affrontare le case automobilistiche in seguito allo sviluppo e alla crescita dei servizi di mobilità, verrà presentato durante Future Mobility Expoforum a Torino nella sessione Mobility as a Service.

La rivoluzione della mobilità sta già avanzando su diversi fronti. Nel trasporto pubblico collettivo il passo che tutti i fornitori stanno affrontando è quello dell’integrazione della bigliettazione e degli abbonamenti in un unico “conto” che permette, con un pagamento singolo, di accedere a tutti i servizi inclusi, dal bike, scooter e car sharing sino al treno. In campo privato, diverse aziende stanno costruendo piattaforme accessibili via smartphone che permettono di prenotare e pagare i diversi servizi. L’integrazione dei percorsi in un itinerario è ancora a carico dell’utente, ma è un passo in avanti.

Anche i veicoli autonomi saranno uno strumento di MaaS, e alcuni prevedono che sarà proprio quest’ultima, piuttosto che l’utilizzo tradizionale, a trainarne il successo. Sempre secondo lo studio Accenture “Mobility Services: The Customer Perspective”, il 48% dei possessori di auto ha dichiarato che se fossero disponibili soluzioni di mobilità autonoma potrebbe prendere in considerazione la possibilità di rinunciare al possesso del proprio mezzo. Ed è proprio in questa prospettiva che potrebbero affermarsi i robotaxi, di cui tanto si parla negli ultimi mesi.

Dal punto di vista tecnologico gli sviluppi necessari e le soluzioni migliori sono già pronte a livello sperimentale. Per passare a una MaaS di massa sarà però necessario rispondere ad alcune domande che tecnologiche non sono. Chi saranno i fornitori di questi servizi? Aziende automotive, aziende del trasporto pubblico, start-up o ancora una volta i giganti del web? Quale sarà il ruolo delle amministrazioni pubbliche? Fornitori del servizio, abilitatori, semplici supervisori a garanzia o utilizzatori locali di piattaforme?

Dalle risposte a queste domande dipenderà la forma di buona parte della mobilità del futuro nel suo dispiegarsi quotidiano. Questi temi saranno approfonditi nella conferenza Mobility as a Service & Shared Mobility, nell’ambito di Future Mobility Expoforum il 19 novembre dalle 9 alle 13.

La partecipazione a Future Mobility Expoforum è gratuita previa registrazione sul sito www.fmweek.it, dove sono disponibili gli aggiornamenti dell’agenda delle conferenze.

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