“Mi avvalgo dell’art.155” | Il cavillo che pochi conoscono che ti evita la multa per scarico alterato

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L’articolo 155 del Codice della Strada nasconde una tutela poco nota che, in alcuni casi, può evitare o annullare le sanzioni per rumori eccessivi legati allo scarico: basta conoscere quando invocarlo e come funziona davvero.

Le multe per scarico alterato o troppo rumoroso sono tra le più temute da motociclisti e automobilisti, soprattutto quando si monta un terminale non perfettamente conforme o si sospetta che il veicolo superi i limiti acustici consentiti. Tuttavia, pochi sanno che l’articolo 155 del Codice della Strada, richiamato e spiegato nelle informazioni ufficiali dell’ACI, definisce in modo preciso quando un rumore può essere considerato illecito e quando invece rientra nei limiti di legge.

Il testo normativo non si limita a vietare i rumori molesti, ma stabilisce che la valutazione debba avvenire in condizioni specifiche e secondo metodologie di misurazione codificate. Questo dettaglio tecnico è spesso decisivo: se il rilevamento non è stato eseguito correttamente, la sanzione può perdere legittimità. Ed è qui che molti automobilisti trovano una via di difesa che non avevano mai considerato.

Cosa prevede davvero l’articolo 155 e perché può salvarti dal verbale

L’articolo 155 impone che i veicoli non producano rumori “superiori ai limiti stabiliti”, ma rimanda a specifici criteri tecnici per determinarli. Ciò significa che non basta “l’impressione” dell’agente o la semplice constatazione uditiva: è necessaria una misurazione conforme ai protocolli previsti. Se al momento della contestazione non viene eseguito un controllo strumentale, oppure se non è rispettata la procedura, l’accertamento può risultare incompleto.

Inoltre, la norma richiede che eventuali verifiche avvengano in condizioni idonee: distanza, posizione del fonometro, temperatura, fondo acustico e persino la superficie su cui è fermo il veicolo sono elementi che incidono sul risultato. Se uno solo di questi parametri è errato o non documentato, l’automobilista può contestare la multa, invocando proprio l’articolo 155 per dimostrare che l’accertamento non è avvenuto secondo legge.

Vigile che controlla un conducente nel suo veicolo
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Le situazioni più comuni in cui il verbale può essere annullato

Il caso tipico riguarda i controlli eseguiti “a orecchio”, pratica diffusa ma insufficiente dal punto di vista normativo. Senza una misurazione acustica certificata, il rumore non può essere considerato automaticamente oltre i limiti. Un’altra irregolarità ricorrente è la mancata indicazione nel verbale delle condizioni di rilevamento: senza questi dati, la multa perde uno dei suoi requisiti fondamentali di validità.

Anche la presenza di terminali omologati può cambiare completamente la situazione. Se lo scarico è regolarmente omologato e provvisto di marchio conforme, spetta all’ente accertatore dimostrare che il rumore superi i limiti. Quando ciò non avviene, il cittadino può difendersi richiamando l’articolo 155 come base normativa. La legge non punisce chi fa rumore “per impressione”, ma solo chi genera un rumore oggettivamente superiore ai limiti verificati con strumenti e procedure corrette. E conoscere questo dettaglio può trasformare un verbale già scritto in una multa da annullare.