Visitare la Norvegia è sinonimo di restare sbalorditi non solo dai paesaggi mozzafiato del paese, ma anche dal numero di Tesla che si aggirano per le strade di Oslo.
Dopo essere stato per anni all’avanguardia nella mobilità elettrica, il ricco Paese scandinavo ha superato un importante traguardo nel 2020. Secondo la Norwegian Road Federation (OFV), l’anno scorso, per la prima volta, le auto elettriche hanno rappresentato oltre il 50% delle nuove immatricolazioni di autovetture. Ancora più impressionante è il fatto che tale numero sale al 75 per cento se si includono gli ibridi plug-in. Per mettere le cose in prospettiva, uno sguardo oltreoceano fornisce un quadro completamente diverso: negli Stati Uniti, i veicoli elettrici, compresi quelli ibridi, hanno rappresentato meno del 2 per cento delle vendite di veicoli leggeri nel 2019.
E allora perché la Norvegia è così avanti in termini di adozione di veicoli elettrici? È una combinazione di misure politiche e di ricchezza del Paese (ironicamente, ottenuta dalle sue vaste riserve di petrolio). La Norvegia impone pesanti dazi all’importazione dei veicoli e tasse di immatricolazione, rendendo le auto molto più costose rispetto alla maggior parte degli altri Paesi. Rinunciando a questi dazi per i veicoli elettrici, la Norvegia sta effettivamente sovvenzionando gli acquisti di veicoli elettrici a un livello che altri paesi non potrebbero permettersi. Il parcheggio gratuito rende infine il passaggio alle auto elettriche una alternativa altamente allettante.
Ciò che rende il boom dei veicoli elettrici norvegesi ancora più notevole è il fatto che l’elettricità del paese proviene quasi esclusivamente dall’energia idroelettrica. In questo modo guidare un’auto elettrica in Norvegia è ancora più pulito che in paesi fortemente dipendenti dal carbone.
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