“Non c’è il suo nome sul libretto”: disastro posto di blocco, da ora serve la delega firmata | Ti sequestrano il mezzo

Il nome sul libretto di circolazione - mobilitasostenibile.it
Un semplice nome può far scatenare un vero e proprio disastro al posto di blocco – tra assicurazione esclusiva e guida di un veicolo non intestato.
Mettersi a bordo di un veicolo, al giorno d’oggi, nasconde non poche insidie. Nella maggior parte dei casi i problemi nascono quando non tutto è propriamente in regola, ma accade che, per una distrazione o per semplice disinformazione, ci si ritrovi con il mezzo sequestrato. Narrazione catastrofica? In un certo senso sì, ma è bene conoscere la legge in ogni sua parte, per evitare di incappare in piccolezze che potrebbero costarci caro.
Tutto parte dal libretto di circolazione (la carta, per essere precisi), dove non è poi così difficile trovare il nome dell’intestatario diverso da quello del conducente del veicolo. Che si tratti di un prestito o meno, entra in gioco parallelamente l’assicurazione e a chi è intestata. Visto che c’è molta confusione in merito, facciamo chiarezza.
Quando un nome sul libretto può creare problemi
Sul libretto di circolazione – oggi carta di circolazione – compare sempre e solo il nome dell’intestatario del veicolo. Fin qui nulla di strano. Il problema nasce quando chi guida abitualmente quel veicolo non è l’intestatario né un familiare convivente. In questi casi la normativa parla chiaro: se l’uso da parte di un soggetto esterno supera i 30 giorni consecutivi, il suo nome deve essere formalmente annotato sulla carta di circolazione come utilizzatore del veicolo. In assenza di questa registrazione, un semplice controllo può trasformarsi in una sanzione fino a 705€, con possibilità di fermo amministrativo.
Naturalmente non basta dichiarare al momento che si tratta di un prestito occasionale: se gli agenti accertano che l’uso è continuativo – e il primo controllo avvia il conteggio dei 30 giorni – l’obbligo di registrazione diventa tassativo. E qui cadono in molti, convinti che basti un accordo verbale per stare in regola. Ma questo non è l’unico problema.

Quando assicurazione e polizza peggiorano la situazione
Accanto a questo aspetto, si aggiunge quello assicurativo. Tante polizze oggi prevedono clausole di guida esclusiva (solo il contraente può guidare) o di guida esperta (vietata ai neopatentati o a chi ha meno di una certa età). Queste condizioni non compaiono sul libretto né sul certificato assicurativo: si scoprono solo leggendo attentamente il contratto.
Il vero rischio arriva in caso di incidente. Se la compagnia scopre che chi era alla guida non rispettava queste clausole, può rivalersi pesantemente sul proprietario. E se al contempo emerge che l’uso del veicolo andava annotato e non lo era, la situazione si complica ulteriormente, con possibili sanzioni e fermo del mezzo.
In definitiva, prima di mettersi alla guida di un’auto non propria è fondamentale verificare due cose: che non si sia superato il limite dei 30 giorni senza annotazione ufficiale, e che la polizza consenta effettivamente di farlo. Bastano queste due precauzioni per evitare brutte sorprese al prossimo controllo.