Nuovo dispositivo sui semafori di tutta Italia: multe a tappeto per tutti gli automobilisti | Li riconosci controllando questo dettaglio

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Sulle strade italiane è stata implementata una nuova tecnologia che controlla i sorpassi pericolosi: maggiori garanzie di sicurezza per tutti gli utenti della strada.
La sicurezza sulle strade italiane passa sempre più attraverso strumenti tecnologici in grado di individuare chi non rispetta le regole. Tra questi c’è il “sorpassometro”, un dispositivo che non misura la velocità come i normali autovelox, ma registra i sorpassi vietati.
Si tratta di manovre che, soprattutto su strade strette o con poca visibilità, rappresentano una delle principali cause di incidenti gravi.
Il sistema, già installato in diversi punti considerati a rischio, utilizza telecamere intelligenti e sensori posti nell’asfalto per documentare le infrazioni.
Tutto avviene in tempo reale: le immagini arrivano direttamente agli uffici della Polizia Locale, che decide se convalidare la sanzione.
Sorpassometro: come funziona e a quanto ammontano le multe
Il sorpassometro non rileva quanto veloce si viaggia, ma se un veicolo supera la linea continua o compie un sorpasso vietato. I modelli più moderni, come quello introdotto a fine 2024, combinano sensori stradali, telecamere ad alta definizione e un software che registra brevi video di ogni violazione. Questi filmati, della durata di circa 15 secondi, mostrano l’intera manovra e vengono esaminati da un operatore prima di emettere il verbale.
Le multe previste dal Codice della Strada sono pesanti. Si va da 167 a 665 euro con decurtazione di 10 punti. In situazioni più rischiose, come sorpassi in curva o nei pressi di incroci, le sanzioni possono superare i 1.300 euro. Per chi è neopatentato è prevista anche la sospensione della patente da uno a tre mesi. Se invece si attraversa solo la linea continua senza sorpassare, la multa è più bassa e vengono tolti 2 punti.

Dove vengono installati i rilevatori di sorpasso e come contestare la sanzione
Questi dispositivi non possono essere messi ovunque, ma solo nei tratti considerati più pericolosi e solo su autorizzazione del Prefetto. Si trovano soprattutto in curve cieche, rettilinei con scarsa visibilità e zone ad alto rischio di incidenti. In questo punti, infatti, la segnaletica da sola non basta a evitare comportamenti pericolosi. Gli atti che autorizzano l’installazione sono pubblici e consultabili da chiunque. Se arriva una multa, è comunque possibile fare ricorso secondo le seguenti scadenze: entro 60 giorni al Prefetto o entro 30 giorni al Giudice di Pace.
Le contestazioni più comuni riguardano l’assenza del cartello che segnala la presenza del dispositivo o la mancanza di omologazione. Senza la certificazione tecnica completa, infatti, la sanzione può essere annullata.