Raccomandata killer: “Vogliamo il bollo del 2016”: anche se hai pagato glielo devi ridare indietro | La stanno mandando a tutti

Raccomandata-ricevuta-Foto-di-Kampus-Production-da-Pexels-MobilitàSostenibile.it

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Centinaia di automobilisti ricevono richieste di pagamento per bolli di anni fa: ecco come comportarsi di fronte ad una raccomandata di questo tipo.

Negli ultimi giorni molti italiani hanno trovato nella cassetta della posta una busta verde che ha lasciato intere famiglie senza parole e con tanta preoccupazione.

All’interno della busta era nascosta una richiesta ufficiale: pagare il bollo auto del 2016. A colpire è il fatto che la comunicazione arrivi dopo quasi dieci anni e spesso a persone che sostengono di averlo già versato.

La cosiddetta “raccomandata killer” sta generando confusione e ansia tra gli automobilisti, che si ritrovano a dover controllare vecchie ricevute o estratti conto per dimostrare la regolarità dei pagamenti.

Il bollo auto, già considerato una delle tasse più impopolari in assoluto, torna così a essere un incubo per molti. L’episodio riaccende anche il dibattito su prescrizioni, verifiche e comunicazioni tardive da parte delle Regioni e dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Perché è possibile ricevere la richiesta di riscossione del bollo del 2016

Secondo quanto emerge, diversi enti stanno inviando nuovi avvisi per presunti bolli non pagati relativi al 2016 o agli anni successivi. In molti casi si tratta di segnalazioni automatiche dovute a dati mancanti nei sistemi informatici regionali. Può bastare un errore di registrazione o un pagamento effettuato su un conto diverso per far risultare il tributo “non versato”.

La legge stabilisce che la tassa automobilistica si prescrive dopo tre anni, a meno che non siano stati notificati atti ufficiali in grado di interrompere il termine. Se nessun avviso è arrivato in passato, la richiesta può essere contestata. Ma se invece l’ente ha inviato comunicazioni valide, anche solo una, la riscossione rimane legittima. Per questo motivo, prima di pagare, è consigliabile verificare la propria posizione tramite il portale regionale o presso l’ACI.

Pagamento-bollo-auto-Foto-di-Mikhail-Nilov-su-Pexels-MobilitàSostenibile.it
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Cosa fare se arriva la “raccomandata verde”

Chi riceve una raccomandata di questo tipo non deve farsi prendere dal panico, ma nemmeno ignorarla. Il primo passo è controllare se si dispone della prova di pagamento del bollo richiesto. Basta una ricevuta cartacea, un estratto conto o la conferma online del versamento. Se si ha la documentazione, si può presentare un’istanza di annullamento o di autotutela per dimostrare che l’imposta è già stata versata. Se invece non si trova nulla, può essere utile rivolgersi a un CAF o a uno sportello ACI per ottenere assistenza.

Chi non paga rischia sanzioni che possono arrivare fino al 30% dell’importo, oltre a interessi e possibili misure come il fermo amministrativo del veicolo. In alcuni casi, però, è possibile usufruire di sanatorie o di rottamazione delle cartelle esattoriali.