Raccomandate verdi nelle cassette delle lettere di mezza Italia: “Vogliono i bolli auto degli anni passati” | Non devi firmare

Raccomandata verde

Raccomandata verde - mobilitasostenibile.it

Molti automobilisti stanno ricevendo notifiche minacciose sul bollo auto arretrato: come comportarsi in questi casi.

Negli ultimi mesi sta piovendo nelle cassette delle lettere un avviso che fa tremare più di una multa: la raccomandata verde. Dentro non ci sono auguri, ma richieste di pagamento per bolli auto risalenti anche a diversi anni fa. Si tratta di una notifica ufficiale, con tutta la solennità di un atto giudiziario.

Ed è proprio qui che scatta il panico: se firmiamo, la rendiamo subito valida, e da quel momento inizia il conto alla rovescia per pagare o contestare. Quello che in pochi sanno, però, è che non sempre quelle somme sono davvero dovute. In alcuni casi, infatti, si tratta di cartelle arrivate troppo tardi, quando ormai i termini per riscuotere sono già scaduti.

Bollo auto non pagato: prescrizione e tempi che scadono

Il bollo auto non è eterno, anche se a molti sembra il contrario. La normativa stabilisce un limite di tre anni. Tradotto, significa che il bollo del 2020 deve essere richiesto entro il 31 dicembre 2023, altrimenti la Regione perde il diritto a riscuoterlo. Ci sono però delle eccezioni: ogni notifica intermedia, come un sollecito o un accertamento, interrompe la prescrizione e fa ripartire i termini da capo.

È per questo che, davanti a una raccomandata verde, la prima cosa da fare è leggere bene le date. Se l’ente di riscossione arriva oltre la scadenza, la richiesta non ha più valore. Eppure molti cittadini, intimoriti dall’ufficialità del documento, finiscono per pagare senza controllare. Un errore che può costare caro, perché di fatto si accetta un debito che non esiste più. Ma come muoversi in questi casi?

Postino che consegna una raccomandata
Raccomandata bollo auto prescritto: come comportarsi – mobilitasostenibile.it

Come difendersi dal bollo auto prescritto

Il modo migliore per non cadere nella trappola è semplice ma richiede prontezza. Sebbene il pensiero comune ci porti ad ignorare il postino, bisogna ritirare la raccomandata e capire esattamente cosa viene chiesto, senza lasciarsi spaventare dal timbro verde. Se il bollo risulta già pagato, è sufficiente inviare le ricevute tramite PEC o raccomandata all’ufficio tributi competente.

Se invece la richiesta riguarda annualità ormai prescritte, si può presentare un’istanza di autotutela o un ricorso, facendo valere il diritto alla cancellazione del debito. È importante non perdere tempo, perché i 60 giorni a disposizione partono dalla data di notifica, che decorre anche senza la nostra firma. L’errore più grande resta ignorare l’atto o pensare che sparisca da solo. In realtà la difesa c’è ed è più semplice di quanto sembri: serve solo un po’ di attenzione in più e la consapevolezza che non tutto ciò che arriva in busta verde è oro colato.