SET, il Servizio Europeo di Telepedaggio, non è ancora arrivato in Sicilia

Nel 2019 la Commissione dei Trasporti del Parlamento Europeo ha reso una realtà il telepedaggio europeo, ovvero quel sistema unificato che oggi permette di circolare liberamente e pagare senza problemi le autostrade in tutta Europa. Per intenderci si tratta di una rete europea unica di pedaggio autostradale telematico, che ha come obiettivo anche quello di realizzare un dispositivo unico che consenta la interoperabilità dei diversi sistemi di pedaggio esistenti nei vari paesi così da determinare un taglio netto alla burocrazia e semplificare le procedure di pagamento dei pedaggi. Una soluzione quindi semplice, comoda ed economica.

Il vantaggio per gli automobilisti e autotrasportatori è notevole ed evita la necessità di doversi dotare di numerosi e diversi dispositivi di telepedaggio, uno per ogni Paese attraversato.

Il SET (Servizio europeo di telepedaggio) o EETS (European Electronic Toll Service), l’innovativo sistema di telepedaggio unico per l’Unione Europea è oggi chiaramente compatibile con le strutture di pedaggio delle autostrade di tutti i Paesi dell’Unione ma non per quelle siciliane, famose per le pessime condizioni generali e anche per il basso livello di tecnologia applicata.

Chiaramente, agli stati membri dell’Unione Europa, è stato assegnato un termine massimo di 30 mesi entro cui recepire la direttiva ma i tempi che servono in Sicilia, per tanti versi un mondo a sé, sembrano essere perennemente interminabili, anche in questo caso.

A porre l’attenzione sulla questione Cittadinanzattiva che ha denunciato le condizioni vetuste delle stazioni di pedaggio, con hardware a vista di oltre 20 anni.

Riporta il comunicato, la modernizzazione è arrivata anche in Italia con  il “Servizio Europeo di Telepedaggio” (SET), il quale  realizza l’interoperabilità di tutti i sistemi di telepedaggio stradale nell’Unione europea, al fine di evitare la proliferazione di sistemi incompatibili, che possano compromettere sia l’armonioso funzionamento del mercato interno sia il conseguimento degli obiettivi della politica dei trasporti e limitare o ostacolare la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’unione.

Il componente del consiglio nazionale di Cittadinanzattiva Domenico Interdonato, sostiene che il CAS è un caso a parte nel contesto europeo dei Concessionari autostradali,  infatti le stazioni di pedaggio hanno le medesime infrastrutture hardware a vista di oltre 20 anni fa e ne sollecita l’ammodernamento: “Il contesto dei Concessionari italiani che operano sistemi di telepedaggio si è adeguato, mentre nelle tratte A18 e A20, non è possibile pagare con apparati diversi da quelli offerti da Telepass, per obsolescenza dei sistemi. Sono ormai iniziate le fasi nelle quali numerosi operatori di mercato, che forniscono i propri apparati e contratti per l’esazione del pedaggio, si sono certificati o hanno iniziato le procedure di certificazione per competere nel mercato, che fino ad oggi in Italia era della sola società Telepass spa. In virtù dei desiderata della Direttiva relativa (2004/52/CE, Decisione 2009/750/CE e aggiornamento Direttiva 2019/520/CE), con le quali viene reso l’obbligo ai Concessionari di strade sottoposte a pedaggio europei di adeguarsi a quanto tecnologicamente stabilito in detti documenti recepiti nell’ordinamento italiano attraverso il D.MIT 18/11/2005, contesto poi adeguato conseguentemente all’entrata in vigore della legislazione europea relativa”.

Il non adeguarsi alle direttive europee e nazionali oltre a danneggiare gli utenti, innesca le procedure di infrazione,  con il rischio di essere sanzionati come siciliani in quanto l’unico azionista del CAS è la Regione Siciliana. Se non dovessero essere adeguate le infrastrutture in tempi rapidi soprattutto nel contesto di un Concessionario controllato da un ente pubblico, ed essere in grado di accettare altri operatori del servizio di telepedaggio, verrebbe ostacolata la liberalizzazione del mercato.

Il presidente regionale di Confconsumatori Sicilia avv. Carmelo Calì, ha dichiarato: “invieremo al Cas una diffida ai sensi dell’art. 140 del Codice del Consumo affinché, senza ulteriori ritardi, adegui il sistema ponendo fine alle vessazioni nei confronti degli utenti. I quali, peraltro, subiscono disagi non solo ai caselli ma anche successivamente”. Il non adeguarsi produrrebbe nel tempo, con sempre maggiore incidenza e col diffondersi delle tipologie di contratti, disagi e code ai caselli, in quanto inizieranno ad arrivare sempre più mezzi di altre compagnie come ad esempio UnipolMove.

Il problema riguarda anche la libera concorrenza nel mercato a livello nazionale, non solo quindi un problema di discriminazione degli utenti dell’isola,  costretti semmai a non avere scelta nel tipo di contratto da sottoscrivere come hanno i loro concittadini europei.