Stop all’export delle auto cinesi senza ricambi | Stretta dura da Pechino nel 2026: qualità sotto esame

Cina - fonte Freepik - mobilitasostenibile.it

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La Cina introduce una licenza obbligatoria per esportare auto elettriche: obiettivo garantire ricambi, assistenza e salvare la reputazione dopo anni di criticità.

La decisione è ufficiale: dal 2026 la Cina vieterà l’export di veicoli elettrici privi di adeguata assistenza e ricambi, introducendo una licenza obbligatoria destinata a cambiare profondamente il mercato globale. La mossa nasce dall’esigenza di tutelare l’immagine dell’industria automobilistica cinese, messa a dura prova da problemi strutturali che negli ultimi anni hanno generato malcontento soprattutto in Europa. I casi più evidenti riguardano ritardi nelle riparazioni, scarsa disponibilità di pezzi e un’assistenza post-vendita spesso insufficiente, elementi che rischiavano di minare la credibilità dei marchi emergenti.

A pesare sono soprattutto le testimonianze degli automobilisti occidentali. I proprietari delle vetture del gruppo MG, oggi tra i marchi cinesi più diffusi in Europa, segnalano attese che possono protrarsi per settimane in seguito a guasti o incidenti. Modelli come la MG4, tra i più popolari nel segmento elettrico, sono spesso citati come esempi di questa criticità. Il problema non riguarda tanto la qualità delle vetture, che negli ultimi anni è cresciuta sensibilmente, ma la lentezza dell’apparato logistico e l’assenza di magazzini ricambi adeguati nei vari Paesi europei.

La stretta dal 2026: solo chi ha una licenza potrà esportare

Per affrontare queste fragilità, il ministero del Commercio cinese ha approvato un regolamento che entrerà in vigore il 1° gennaio 2026. Da quella data potranno esportare auto elettriche solo i costruttori ufficiali o società da loro autorizzate, a condizione che garantiscano assistenza post-vendita, disponibilità di ricambi e un’organizzazione adeguata sui mercati esteri. Finora questa regola valeva soltanto per veicoli termici e ibridi, ma l’esplosione dell’elettrico e la nascita di decine di nuovi marchi ha reso necessaria una selezione molto più rigida.

La finalità è duplice: da un lato tutelare i consumatori stranieri, dall’altro evitare che piccoli esportatori privi di strutture invadano i mercati con auto prive di reali garanzie. La Cina vuole impedire che episodi di inefficienza o disservizi ricadano sulla reputazione dell’intero settore, proprio mentre marchi come BYD preparano investimenti milionari in Europa con nuovi stabilimenti e una rete commerciale più capillare.

Bandiera della Cina
Bandiera della Cina (Instagram) – mobilitasostenibile.it

Qualità più alta e fine della guerra dei prezzi selvaggia

Il nuovo sistema di licenze mira anche a ridurre la concorrenza incontrollata tra produttori autorizzati e rivenditori improvvisati, competizione che ha spesso generato una guerra dei prezzi insostenibile. Per i costruttori ufficiali diventa essenziale alzare il livello qualitativo e garantire una presenza reale di ricambi, evitando casi in cui un semplice paraurti richiede mesi prima di arrivare in officina.

La misura non risolverà ogni problema, ma rappresenta un segnale forte di un settore che vuole consolidarsi e presentarsi con maggiore credibilità sui mercati occidentali. Per chi acquista, il consiglio rimane lo stesso: informarsi sempre sulla disponibilità dei ricambi e sulla solidità dell’assistenza. Perché nel mercato dell’auto, proprio come in pista, la reputazione si costruisce un intervento alla volta.