UFFICIALE DETRAZIONI, puoi scalarti finalmente anche la benzina: recuperi migliaia di euro ogni anno

Detrazioni sul carburante - mobilitasostenibile.it
Cambiano le regole fiscali sulle auto: il nuovo sistema modifica i calcoli, ma include anche i carburanti tra le spese detraibili.
C’è chi lo considera un sogno irrealizzabile e chi, a ogni rifornimento, ha sperato che prima o poi sarebbe successo davvero. Poter scaricare anche la benzina dalle tasse sembrava una leggenda buona per le chiacchiere da social, e invece il 2025 ha portato con sé un cambio di passo che ha riacceso le speranze.
Non è un dettaglio da poco, perché parliamo di una spesa che incide su milioni di portafogli e che ora, almeno per alcuni, diventa detraibile. Le cifre circolate fanno impressione, tanto che recuperare migliaia di euro l’anno non è più una fantasia. Ma le novità fiscali, si sa, hanno sempre bisogno di una lettura più attenta, perché dietro le semplificazioni si nascondono regole precise.
Detrazioni sull’uso di un veicolo
La nuova stagione fiscale parte già dal 1° gennaio e ridisegna, nel suo piccolo, il perimetro dei costi legati all’auto. E non è solo una questione di pieno; entra nel perimetro l’intero ecosistema mobilità, dal carburante alla manutenzione, fino ai pedaggi.
Cambia anche la base di calcolo dei vantaggi collegati al veicolo: non più la vecchia logica delle fasce di CO₂, ma un criterio legato all’alimentazione – con un trattamento come sempre più favorevole per elettriche e plug-in, e meno generoso (seppur presente) per benzina e diesel.
Nella pratica, significa semplicemente poter rivedere i bilanci con un occhio diverso. Una una voce che, in presenza dei requisiti, trova spazio tra ciò che si può recuperare. Pagamenti tracciabili, documenti in ordine, percorrenze coerenti con l’attività sono le condizioni minime su cui si misura la tenuta delle nuove regole. E poi si passa ai requisiti.

Chi potrà scalare la benzina nel 2025/2026
Arriviamo al nocciolo. La promessa di ‘scalare la benzina’ non nasce per l’uso privato, bensì nel perimetro professionale. Il beneficio pieno vive dove l’auto è uno strumento di lavoro: mezzi esclusivamente strumentali – si pensi a taxi, noleggio, scuole guida – portano costi e IVA al 100%.
Quando il veicolo è assegnato in uso promiscuo a un dipendente, le percentuali si ridimensionano: i costi si fermano al 70% e l’IVA al 40%, con un’ulteriore modulazione che favorisce elettriche e ibride plug-in rispetto alle termiche. Per le vetture ordinarie d’impresa, il recupero resta parziale, nell’ordine di quote ridotte e con tetti noti ai responsabili amministrativi.
Purtroppo ( e senza giri di parole), l’auto privata resta fuori dal perimetro. Il vantaggio, però, è reale per chi produce reddito con il veicolo e tiene la contabilità in regola. In quel caso sì, benzina e spese collegate smettono di essere solo un’uscita e diventano una leva – concreta, misurabile, difendibile – per far rientrare a bilancio parte di ciò che ogni giorno si spende sulla strada.