UFFICIALE MATTEO SALVINI, manovra già approvata: spunta l’extra tassa sulle auto | Il bollo non gli bastava

Matteo Salvini - mobilitasostenibile.it
Matteo Salvini sostiene la nuova tassa destinata agli automobilisti: l’obiettivo è salvare l’Italia, ma a rimetterci sono gli automobilisti.
Tasse, imposte, accise: cambiano nome, ma alla fine il risultato è sempre quello, un peso in più sulle spalle di famiglie già provate da stipendi o pensioni che faticano a tenere il passo con i rincari. Eppure la direzione sembra chiara e non lascia spazio a retromarce: i costi aumentano, anche per chi aveva scelto di investire in un’auto elettrica più economica, magari proveniente dalla Cina.
Questa volta Salvini non recita da protagonista solitario, ma si muove insieme al resto del Governo, sostenendo una misura che non nasce solo in Italia, bensì a livello europeo. I nuovi dazi sulle auto cinesi, infatti, puntano a difendere l’industria continentale, ma finiranno per ricadere ancora una volta sulle tasche dell’automobilista.
I costi degli automobilisti e la nuova tassa auto
Chi guida un’auto sa bene quanto pesino già oggi bollo, assicurazione e carburante. Secondo le ultime statistiche, mantenere un’auto a benzina in strada giornalmente costa in media circa 500€ al mese, tra polizze, tasse e rifornimenti sempre più cari. Un salasso che molti tentano di ridurre passando all’elettrico, anche grazie all’esenzione dal bollo per i primi anni e a un consumo decisamente più economico rispetto alla benzina o al diesel.
Eppure per comprare un’auto elettrica di buona qualità serve comunque un investimento iniziale importante, non alla portata di tutti. E così, per l’italiano medio, la situazione resta complicata e rischia di peggiorare con l’arrivo della nuova tassa, che colpisce proprio quelle auto elettriche considerate l’alternativa più abbordabile.

La nuova tassa sulle auto: cosa succede davvero
Quella che molti chiamano ‘nuova tassa’ non è un’imposta diretta per chi già possiede un’auto, ma un dazio doganale che colpirà le auto elettriche importate dalla Cina. L’intento è quello di difendere l’industria europea da una concorrenza che riesce a proporre veicoli di buona qualità a prezzi imbattibili, grazie a sussidi pubblici e costi di produzione più bassi.
Matteo Salvini ha espresso pieno sostegno a questa strategia, convinto che tutelare la filiera produttiva italiana significhi difendere migliaia di posti di lavoro e un comparto industriale cruciale per il Paese. Eppure non mancano le perplessità: secondo molti osservatori, questi dazi rischiano di pesare proprio su chi vorrebbe passare all’elettrico senza spendere una fortuna.
Forse sarebbe più equo – e più lungimirante – accompagnare queste misure a nuovi incentivi, rapidi e concreti, per rendere davvero accessibile la transizione verso l’auto elettrica. Progetti già sul tavolo, ma ancora in fase di rodaggio. Ad oggi la partita resta aperta: sostenere l’economia senza schiacciare i consumatori è la sfida più difficile. E il governo, Salvini in testa, dovrà dimostrare di saperla giocare fino in fondo.