UFFICIALE MINISTERO DEI TRASPORTI: queste targhe diventano illegali | se inizia con questa lettera butta la tua auto

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Alcune iniziali della propria targa potrebbero diventare illegali e portare serie conseguenze per i trasgressori: cosa sta succedendo?
Guardiamo le targhe ogni giorno, ma in pochi sanno davvero su cosa si basano. O meglio: c’è chi pensa che le prime due lettere indichino la città d’immatricolazione, come accadeva un tempo, ma non è più così. Quella logica – con ‘TO’ per Torino o ‘MI’ per Milano – è finita nel 1994. Da allora, le targhe italiane sono cambiate completamente.
Il sistema attuale è composto da due lettere, tre numeri e altre due lettere (esempio: AB 123 CD), e segue una sequenza alfanumerica progressiva, nazionale, senza più legami diretti con la provincia. Le prime due lettere non rappresentano nulla in particolare: non c’è un significato geografico, né un codice nascosto.
Il problema è che quelle due lettere stanno diventando particolarmente importanti per la legge, specialmente in un periodo in cui il tema dei controlli autostradali e degli autovelox è tornato sotto i riflettori.
L’importanza della targa nel 2025
Nel 2025 basta una targa per sapere tutto: assicurazione, bollo, revisione, multe, perfino se l’auto è sotto fermo amministrativo. Il tema è caldissimo, perché gli autovelox intelligenti e i controlli stradali sempre più serrati stanno cambiando le regole del gioco.
Non serve più fermare il veicolo, poiché le telecamere leggono la targa, incrociano i dati e, se qualcosa non torna, la sanzione parte in automatico. Succede nelle ZTL, sulle corsie riservate e perfino con una semplice pattuglia armata di tablet.
Il risultato? Una vera stretta. E se da una parte si parla di sicurezza, dall’altra cresce il malcontento di chi vede in tutto questo un sistema sempre più punitivo. Per questo alcune targhe sono vietate, e conviene conoscere le conseguenze previste dalla legge nel 2025.

Ecco il motivo per cui queste targhe sono illegali
Il caso di cui vi parliamo è reale, e a renderlo ancora più spinoso è il dettaglio: una semplice striscia di scotch nero applicata sulla targa per trasformare una lettera in un’altra. Una D diventata B, apparentemente per gioco. Ma in strada, si sa, certi scherzi non fanno ridere nessuno. L’uomo alla guida è stato fermato, identificato e portato davanti al giudice. Solo in seguito è arrivata l’assoluzione, basata sulla tesi – accolta – che si fosse trattato di uno scherzo, forse di qualcun altro.
Ma il principio resta. Contraffare la targa, anche con mezzi rudimentali, è un reato. E nel 2025, con i sistemi di lettura automatica sempre più diffusi e sofisticati, qualsiasi anomalia salta fuori subito, senza margini di ambiguità. In quel caso, non basta più dire che è uno scherzo. La targa dice tutto. Ma deve dirlo onestamente.