Ufficiale passaggio di proprietà, dal 1 settembre costerà solo 30€: non ci sono più limiti auto | Il costo è fisso

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Una proposta potrebbe rivoluzionare il mercato delle automobili: si potrebbe mettere uno stop alle tasse esagerate sul passaggio di proprietà di un veicolo usato?
Chi in Italia vuole comprare un’auto usata si scontra da sempre con un ostacolo importante: il costo del passaggio di proprietà.
A differenza di altri Paesi europei, da noi questa spesa non si basa sul valore dell’auto, ma viene calcolato a partire dalla potenza del veicolo in questione.
Il risultato spaventa gli italiani perché anche per auto vecchie e poco costose, il passaggio può costare centinaia di euro. Ad esempio, per una vettura da 100 kW si arriva anche a 500 euro.
Questo sistema ha danneggiato le auto più sicure e spaziose, come le berline, spingendo invece verso l’acquisto di utilitarie datate, spesso meno sicure e più inquinanti. Non a caso, in Italia si vendono appena 1,5 auto usate ogni nuova, mentre in molti Paesi europei il rapporto è tra 3,5 e 4,5 a 1.
I costi proibitivi del passaggio di proprietà in Italia: da quali Paesi prendere esempio
Secondo Enrico De Vita, esperto del settore, una semplificazione delle regole aiuterebbe molto il mercato dell’usato. In Paesi come Germania, Svizzera e Inghilterra, il costo del passaggio di proprietà è di circa 30 euro, indipendentemente dalla potenza del veicolo. Introdurre anche in Italia un costo fisso, semplice e uguale per tutti, sarebbe una svolta attesa da anni.
Il sistema attuale che regola la compravendita delle auto scoraggia decisamente chi vuole comprare usato e penalizza chi non può permettersi un’auto nuova. Bisogna anche considerare che gli automobilisti italiani già sopportano una pressione fiscale molto alta: 53 miliardi di euro all’anno solo di accise sui carburanti. A questi costi vanno aggiunti quelli di pedaggi, multe e assicurazioni. Un passaggio di proprietà a 30 euro renderebbe la mobilità più accessibile e sostenibile per tutti.

La proposta di unificazione di PRA e Motorizzazione: perché renderebbe le cose più semplici
Oltre al tema dei costi, al centro della discussione c’è anche quello della semplificazione. Da tempo si parla della possibilità di unire PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e Motorizzazione, eliminando così doppioni inutili.
Il PRA, infatti, è un registro che non esiste nel resto d’Europa e che, secondo De Vita, serve più a creare lavoro che a offrire un servizio vero. L’obiettivo di questa unificazione auspicata da tempo sarebbe quello di rendere il sistema più trasparente, veloce e in linea con gli standard europei. Una riforma del genere renderebbe il mercato dell’usato più fluido e meno costoso per tutti, incentivando l’acquisto di auto usate.