UFFICIALE PATENTE B A PAGAMENTO, scatta il canone annuale: 130€ obbligatori

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Si fa strada una nuova interpretazione dei costi legati al possesso della licenza di guida che incidono sul bilancio economico degli italiani.
Si torna a parlare dei costi legati al possesso della patente di guida di categoria B, soprattutto in relazione alla sua validità nel tempo e alla necessità di rinnovarla periodicamente.
Sebbene non sia previsto un pagamento annuale in senso stretto, l’insieme delle spese fisse e variabili che si presentano a scadenze regolari può generare un impegno economico tutt’altro che trascurabile.
Tra marche da bollo, diritti amministrativi, spese di spedizione e visita medica, il totale richiesto al conducente può arrivare facilmente a 130 euro per ogni rinnovo.
Una cifra che, se suddivisa idealmente per ogni anno di validità, porta a riflettere su quanto effettivamente si spende per mantenere il proprio titolo di guida in regola nel tempo.
Costi rinnovo patente: cosa riguardano e a quanto ammontano
Il rinnovo della patente B segue scadenze diverse in base all’età del titolare: ogni 10 anni fino ai 50 anni, poi ogni 5, 3 o 2 anni con l’avanzare dell’età. A ogni rinnovo, l’automobilista affronta una serie di spese obbligatorie. I costi fissi includono una marca da bollo da 16 euro, i diritti della Motorizzazione Civile pari a 10,20 euro, e circa 6,80 euro per la spedizione del nuovo documento. A questi si aggiunge la visita medica, il cui prezzo varia a seconda della struttura scelta: da un minimo di 20 euro fino a superare 60 euro in alcuni centri autorizzati.
In alcune situazioni, possono comparire ulteriori oneri legati al servizio di intermediazione da parte di autoscuole o medici privati. Sommando tutte le voci, la cifra complessiva per un rinnovo può aggirarsi, in media, tra i 60 e i 130 euro.

Frequenza rinnovo patente: quanto incide sul portafoglio degli italiani
L’impatto economico del rinnovo della patente dipende strettamente dalla frequenza con cui va effettuato. Mentre per i guidatori sotto i 50 anni l’intervallo è di dieci anni, chi supera i 70 si trova a dover sostenere queste spese ogni 3 o addirittura ogni 2 anni. In questi casi, la somma diventa più pressante, incidendo maggiormente sul bilancio familiare.
I costi, pur variabili, si confermano obbligatori per il mantenimento della validità della patente e, se distribuiti su base annuale, possono essere interpretati come un vero e proprio canone ricorrente per il diritto alla guida. Non siamo, dunque, di fronte ad una cifra fissa da spendere ogni 12 mesi ma di un’ipotesi che si avvicina nei fatti alla realtà di quanto sborsano gli italiani che guidano un’auto.