UFFICIALE REVISIONE AUTO, si passa a una volta all’anno: ogni anno sono 80€ | Popolo con i forconi sotto il ministero dei trasporti

Revisione auto annuale - mobilitasostenibile.it
L’UE vuole che i veicoli facciano la revisione una volta l’anno anche in Italia: cosa succederà a breve e perché è già polemica.
È bastato poco. Una frase buttata lì in un documento tecnico, un commento su un blog, e poi il solito giro: social infuocati, articoli indignati, meme con i forconi. “Vogliono farcela fare ogni anno. Ogni. Singolo. Anno.” E da lì il panico: stangata, tassa nascosta, follia green.
In realtà, la proposta era nell’aria da tempo, ma ora ha preso corpo. E come sempre, quando si parla di auto, l’Italia è in prima linea. Chi la sostiene parla di sicurezza, guasti evitabili, strade più sicure. Ma tra buone intenzioni e portafogli svuotati, la linea è sottile.
Da qui la leggenda sulla revisione annuale diventa una realtà concreta, con tanto di spinta dell’UE che sostiene fermamente quanto sia importante che la misura venga attuata quanto prima. Da qui un nuovo inizio che non tutti hanno digerito allo stesso modo.
Quanto costerà la revisione annua nelle tasche degli italiani
Oggi la revisione in Italia costa circa 45€ alla Motorizzazione e attorno ai 78–80 € in officine private. Con il passaggio da due a un anno, il costo raddoppia. Su due anni sarà 80 €, non 45.
Eppure, non è solo una questione di soldi. La Commissione Europea sostiene (con cifre e studi) che controllare più spesso i veicoli – quelli che invecchiano – riduce incidenti, guasti, emissioni.
Un’argomentazione che – nei corridoi europei – incontra una certa logica: il parco auto europeo ha un’età media in crescita, e i controlli attuali, secondo Bruxelles, non bastano più. Ma cosa e quando cambierà qualcosa con la nuova proposta europea in Italia nei prossimi mesi?

Revisione annuale in Italia
In realtà non c’è ancora nulla di deciso. La proposta è sul tavolo, ma per diventare legge dovrà passare per il Parlamento Europeo, il Consiglio e poi atterrare nei singoli Paesi con i tempi e i modi che conosciamo. Per ora, nessun obbligo. Ma la direzione è chiara, e se venisse approvata, a cambiare sarebbe la cadenza della revisione per una fetta precisa di veicoli: quelli che hanno superato i 10 anni di età.
È proprio su questi che si vuole agire: secondo la Commissione, sono i mezzi più esposti a difetti tecnici, a impianti logori, e spesso anche ai famosi “ritocchi fai-da-te” che riducono le emissioni solo sulla carta. Insomma, la sicurezza c’entra, eccome. Ma c’entra anche il portafoglio.
L’Italia, dove l’età media del parco circolante supera i 12 anni, sarebbe tra i Paesi più colpiti. La misura non punisce il nuovo, ma chi si affida ancora al vecchio per necessità. E qui il tema si fa delicato: perché una Panda del 2010 non è un lusso, è un modo per portare i figli a scuola o arrivare in fabbrica. È lì che questa proposta fa discutere: ha senso, tecnicamente? Sì. Ma socialmente? È tutto da vedere. Anche perché – da queste parti – ogni volta che c’è una riforma tecnica, c’è il rischio che si trasformi nell’ennesimo costo da ingoiare in silenzio.