UFFICIALE REVISIONE, da quest’anno abolita definitivamente: tolta la “tassa” tanto odiata

Revisione - mobilitasostenibile.it
La revisione dei veicoli sta subendo grandi cambiamenti, fino ad arrivare alle prime abolizioni: ecco cosa accadrà a breve.
C’è chi la vive come una tassa occulta, chi se ne dimentica finché non arriva la multa, e poi c’è quella piccola minoranza che – incredibile ma vero – la difende a spada tratta. La revisione dei veicoli divide: per molti è solo una scocciatura da pagare, per altri è un presidio di sicurezza dache non andrebbe toccato, al massimo reso gratuito.
In effetti, mentre alcuni Paesi dell’Unione Europea hanno lottato per cancellarla, ce n’è almeno uno che ha fatto esattamente il contrario: la Finlandia. Là, l’idea di renderla meno frequente ha scatenato polemiche, e alla fine la linea dura ha avuto la meglio. Non solo hanno voluto tenerla, ma per certi veicoli l’hanno mantenuta annuale.
Una scelta netta, quasi provocatoria, in controtendenza con il vento che soffia nel resto d’Europa. Nel frattempo, in Italia, si torna a parlare di abolizione, e stavolta sembra si faccia sul serio.
La rivoluzione europea sulla revisione: cosa ci aspetta a breve
Mentre negli ultimi anni in Italia i conducenti hanno continuato a prenotare la revisione come se fosse un check-up di routine dal medico, nel resto d’Europa le regole stanno cambiando – e anche in fretta.
La Francia, per esempio, ha detto basta: dal 2023, niente più revisione obbligatoria per moto, scooter e quadricicli leggeri. Una conquista frutto di proteste e pressioni, portate avanti dai motociclisti che non volevano pagare per un controllo spesso considerato inutile. In Danimarca, invece, il sistema è diventato dinamico. Lì non vi è più nessuna scadenza fissa, ma controlli a campione direttamente su strada. Un approccio più snello, che punta sull’efficacia, non sulla burocrazia. E in Italia? Anche qui il quadro sembra ormai chiaro.

Il futuro della revisione in Italia
Mentre in molti Paesi europei si discute su come semplificare o addirittura eliminare la revisione periodica dei veicoli, in Italia la direzione è nettamente opposta. Qui come per la Finlandia si riconosce l’utilità della revisione, anzi, si punta a rafforzare i controlli. Dal 2024 è obbligatorio per i centri di revisione utilizzare lo Scantool, uno strumento che si collega alla porta OBD del veicolo e analizza i dati della centralina. Vengono così rilevati eventuali malfunzionamenti, spie accese o anomalie nel chilometraggio: fattori che possono comportare l’esito negativo della revisione.
Questo, voluto più dalle istituzioni che dai cittadini in sé, ha come scopo quello di aumentare il livello di sicurezza stradale e contrastare pratiche scorrette, come la manomissione dei contachilometri.
Dunque, a differenza di altri Paesi che hanno scelto la via della semplificazione, la revisione in Italia non solo resta per tutti, indipendentemente dalle ruote sotto la carrozzeria, ma diventa sempre più tecnica e precisa. E per chi sperava in un allentamento, la risposta – almeno per ora – è no.