UFFICIALE SEMAFORI, non si passa più con il verde: dal 1 luglio benvenuto al nuovo colore | Ci vorranno anni di abitudine

Semaforo verde

Semaforo verde, foto di Davis Sánchez da Pexels-MobilitàSostenibile.it

Il colore dei semafori non è lo stesso in tutto il mondo: ecco dove e come il classico verde è sostituito da un altro tono.

Il codice dei colori semaforici potrebbe sembrare uno dei pochi linguaggi davvero universali, comprensibile in tutto il mondo.

Rosso per fermarsi, giallo per prestare attenzione, verde per proseguire: tre toni per tre azioni differenti a cui prestare attenzione.

Questa convenzione, adottata a livello globale, nasce per garantire la massima immediatezza e sicurezza nella circolazione, ispirandosi ai segnali ferroviari britannici del XIX secolo.

Il verde, in particolare, è associato a libertà di movimento e via libera, un colore rassicurante che indica che la strada è sgombra.

Colori dei semafori in Giappone: perché il verde è diverso

Eppure, contrariamente a quanto si immagini, il colore dei semafori non è propriamente universale. Tra le tante peculiarità del Giappone, infatti, ce n’è una che colpisce immediatamente chi si trova a camminare o guidare per le strade del Sol Levante: il verde dei semafori non è propriamente verde. In diverse zone del Paese, infatti, la luce che consente di proseguire non è verde brillante come si è abituati a vedere altrove, ma assume chiaramente una tonalità blu. Questo fenomeno non è frutto di un errore o di una scelta arbitraria, ma affonda le sue radici nella storia della lingua e della cultura giapponese.

Per comprendere l’origine di questo dettaglio insolito, occorre fare un passo indietro nel tempo. Nella lingua giapponese arcaica, il termine “ao” era usato per descrivere un ampio spettro di colori freddi, tra cui il blu, il grigio, il nero e anche il verde. La parola che oggi distingue il verde, ovvero “midori”, è comparsa solo in epoca più recente. Fino al secondo dopoguerra, infatti, non esisteva una separazione netta tra verde e blu nel lessico comune. Anche quando negli anni ’30 furono installati i primi semafori con luce verde, identificata come “midori”, molti giapponesi continuarono a riferirsi a essa come “ao”. Di conseguenza si è optato per una tonalità blu dei semafori per restare in linea con l’abitudine linguistica radicata.

Semaforo blu
Semaforo blu, foto di Vitaliy Mitrofanenko da Pexels-MobilitàSostenibile.it

Semafori blu: la caratteristica giapponese che confonde i visitatori

Nel 1973, per porre fine alla confusione, le autorità giapponesi decisero che i semafori avrebbero dovuto essere ufficialmente verdi. Fu però ammesso che questa luce potesse avere una sfumatura tendente al blu, così da risultare accettabile anche a livello percettivo per la popolazione.

Ancora oggi, in molte città nipponiche, la classica luce semaforica “verde” appare a tutti gli effetti blu agli occhi di un osservatore occidentale. Non si tratta di un cambiamento normativo in senso stretto, ma di un compromesso visivo che testimonia come la lingua e la cultura possano influenzare anche le norme della circolazione stradale.