Un autobus alimentato grazie ad un acido prodotto dalle formiche

C’è un legame tra le formiche e la mobilità sostenibile? Si, anche se non direttamente, grazie all’utilizzo dell’acido formico, prodotto da loro, per un nuovo tipo di carburante chiamato idrozina (da non confondere con l’idrazina).

Credit: https://www.facebook.com/teamfasteindhoven/

Un gruppo di studenti ha sviluppato un modo di immagazzinare l’ energia che potrebbe essere più economico da realizzare, più pratico e più sostenibile rispetto ai combustibili rinnovabili alternativi.

“Abbiamo creato il primo autobus al mondo che funziona con acido formico, una soluzione molto più economica dell’ idrogeno, ma che offre gli stessi vantaggi ambientali”, afferma Lucas van Cappellen del Team Fast, una società spin-off dell’ Università di Tecnologia di Eindhoven nei Paesi Bassi. “Stiamo costruendo il nostro futuro”.

L’ acido formico si trova in natura, fornito nelle punture e nei morsi delle formiche e di altri insetti. Questo semplice acido carbossilico (formula chimica HCOOH) è già utilizzato nella lavorazione dei tessuti e del cuoio, come conservante per l’ alimentazione del bestiame e si trova anche in alcuni tamponi per la lavorazione del calcare.

Il segreto per un utilizzo in ambito di mobilità sostenibile dell’acido formico sta nell’Hydrozine un combustibile formato al 99% da acido formico che si trasforma in idrogeno e anidride carbonica. L’anidride carbonica viene recuperata perché insieme all’acqua serve per produrre altro acido formico, l’idrogeno invece viene iniettato in una fuel-cell che produce energia elettrica con un rendimento altissimo. Il bus che è dotato di un sistema di azionamento elettrico, riceve energia supplementare dal sistema di celle a combustibile ad acido formico montato in un rimorchio range-extender, trainato dietro.

I benefici dell’idrozina sono molti. Si tratta di un’ alternativa economica e sicura al trasporto dell’ idrogeno che normalmente richiede serbatoi di grandi dimensioni e alta pressione. La CO2 prodotta nella suddivisione dell’ idrozina viene utilizzata anche nel processo di produzione, che si traduce in zero CO2 netta. L’ idrozina ha una densità di energia quattro volte superiore a quella di una batteria e, trattandosi di un liquido, saranno necessarie pochissime modifiche all’ attuale infrastruttura delle stazioni di servizio.

Il rifornimento avverrebbe alla stazione di servizio, come per i motori a scoppio, solo che invece della benzina nel serbatoio ci finisce l’Hydrozine: niente gas di scarico, rendimento molto alto e combustibile a costo bassissimo! Un sistema che supererebbe gli attuali limiti delle auto alimentate ad idrogeno (visto l’alto rischio del trasporto dell’idrogeno) e di quelle elettriche, ancora con poca autonomia.

S.L.

MobilitaSostenibile.it

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