“I veicoli a guida autonoma e la società” secondo Brian Cooley, Editor-at-large di CNET (II parte)

Nella prima parte dell’intervista a Brian Cooley, Editor-at-large di CNET, abbiamo parlato del futuro dei veicoli a guida autonoma e di quanto sia importante che questa tecnologia conquisti la fiducia e l’approvazione dei clienti. In questa seconda parte, Cooley anticipa l’impatto delle tecnologie di guida autonoma sulla società e sul mondo che ci circonda.

La prima parte dell’intervista è disponibile al seguente link.

D: Quali cambiamenti apporteranno le tecnologie di guida autonoma in termini di comportamento e rapporto con le auto?

La guida autonoma genera una rivoluzione epocale nelle nostre vite e nel rapporto con i trasporti. È il più grande cambiamento mai verificatosi nel settore automotive da quando esiste. Non è solo questione di fiducia nelle tecnologie che gestiscono il volante o regolano freno e acceleratore, ma di vivere in modo completamente nuovo la mobilità, spingendosi ben oltre il canonico modo di pensare “verticale”: ho la patente, ho l’assicurazione, ho un’auto, la parcheggio qui. Ormai siamo pronti a questa serie di costi e responsabilità, ma credo che i consumatori saranno ben felici di delegarle – non solo in termini economici. È un approccio che può piacere.

D: Quindi sarà una scommessa vincente anche per la società?

Esattamente. Innanzitutto, nei prossimi decenni assisteremo a una riduzione degli incidenti stradali, verosimilmente fino alla completa eliminazione. Senza contare i vantaggi per la viabilità. Nessuno vuole vedere altro asfalto e le auto del futuro saranno sempre più efficaci e ingombreranno di meno. I veicoli a guida autonoma sono in grado di eliminare gli spazi vuoti nel traffico, perché si seguono a vicenda con estrema precisione, quindi sarà possibile accogliere lo stesso numero di veicoli lungo un tratto di strada molto più breve.

Ma soprattutto consideriamo quanti veicoli rimangono continuamente parcheggiati: la maggior parte non si muove per tutto il giorno. Nessuno usa l’auto mentre dorme o è al lavoro, in un centro commerciale, al cinema o al ristorante. Questo uso frammentario è uno spreco incalcolabile, che non consente di sfruttare al massimo il potenziale delle flotte. Ottimizzare le flotte significa limitare la quantità di strade e di infrastrutture necessarie. Il mondo del lavoro non sarà più lo stesso: i settori automotive e assicurativo cambieranno volto e modalità di guadagno e il concetto di auto e di trasporto assumerà un altro significato.

D: A questo proposito, i veicoli diventeranno anche uno spazio personale – e di lavoro – di altro tipo.

Certo. I costruttori stanno già cercando di capire quale sarà l’identità delle auto tra 10 e più anni e il nostro rapporto con loro giungendo alla conclusione che il nuovo metro di misura del lusso in questo settore sarà il tempo libero. Le auto di lusso non saranno più quelle imponenti, in pelle e radica, con cavalli a non finire sotto il cofano, bensì quelle che ci regaleranno più tempo libero. È questa la nuova frontiera del lusso, in cui tutti si riconosceranno. E sarà accessibile. Il privilegio dell’autonomia e il tempo che risparmieremo non dovendo più gestire volante e pedali saranno per tutti i veicoli. È un risvolto positivo.

D: In quale altro modo la guida autonoma migliorerà la vita delle persone?

La vera domanda è: cosa si potrà fare in futuro invece di guidare? Non solamente mangiare o interagire con i bambini che si agitano sul sedile posteriore. Esiste qualcos’altro che esercita un’attrattiva costante su di noi: i media. Nel giro di pochi anni, la cattiva abitudine di distrarsi con altri dispositivi, di cui oggi molti non possono fare a meno, diventerà legale, perché a guidare ci penserà il veicolo e non dovremo più preoccuparcene. È il cosiddetto “Livello 4” della guida autonoma.

A quel punto avremo tutto il diritto di dedicarci ai contenuti che vogliamo per lavoro, per svago o per comunicare con la famiglia. Un ulteriore corollario di questo nuovo concetto è il lusso di intrattenere rapporti sociali non solo con chi è a bordo dell’auto. Una gita fuoriporta o in famiglia, occasionale o pianificata da tempo, potrebbe trasformarsi in una nuova esperienza sociale e cambiare le dinamiche a bordo. Si crea molta più attesa.

D: Dal punto di vista normativo e infrastrutturale, quali ostacoli devono ancora essere superati?

La verità è che i veicoli a guida autonoma sono autonomi, ma non rispetto alle infrastrutture che li circondano. L’autonomia all’interno dell’ambiente in cui circolano è un fattore fondamentale. Oggi come oggi, le auto sono entità scollegate da tutto: l’unica interazione che hanno è con il conducente, non con il resto del mondo. In un prossimo futuro, probabilmente nel giro di pochi anni, la comunicazione tra veicoli diventerà realtà.

Poi sarà il turno delle comunicazioni tra veicoli e infrastrutture, ma dovremo aspettare qualche anno in più perché questi sistemi sono abbastanza complessi in termini di lavori, installazione e budget. Una volta implementati, strade e auto potranno entrare in contatto.

Ben presto si creeranno reti intelligenti di veicoli in grado di cooperare con la massima fluidità, senza problemi. Se un’auto rileva tutto quello che la precede e l’auto davanti rileva, ad esempio, le luci rosse o verdi, i livelli di sicurezza e di gestione del flusso raddoppiano, triplicano. In questo modo, auto e persone saranno sempre nel posto giusto al momento giusto.

E cosa dire del parcheggio? Il parcheggio è un annoso problema. Immaginate cosa succederebbe se ogni posto libero fosse segnalato su un cloud, a disposizione delle auto che ne stanno cercando uno.

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