Addio divieto di sosta, la nuovissima legge annulla centinaia di multe | Puoi parcheggiare dove ti pare

Divieto di sosta - mobilitàsostenibile.it
Il divieto di sosta non è più multabile: l’ha stabilito la Cassazione, ma bisogna fare attenzione a non cadere nell’errore.
La scena è nota: si cerca parcheggio in città, magari in ritardo per un appuntamento e, puntualmente, è tutto pieno. A quel punto si continua la ricerca, ma quando nemmeno i parcheggi a pagamento sembrano avere spazio, si nota quel divieto di sosta. In fondo, sappiamo che dobbiamo lasciare l’auto lì per poco tempo. Ecco, quella mezz’ora è ciò che basta perché la Polizia Locale ci abbia già fatto la multa o, ancor peggio, qualcuno intento a uscire – e con poca pazienza – abbia già chiamato i vigili e il carro attrezzi.
Il problema è che non tutti i divieti di sosta sono uguali. Ci sono garage dove il transito è continuo, e altri dove quel cartello sembra essere stato messo lì per caso, visto che le uscite sono rare e basterebbe indicarne gli orari. Ma adesso la Cassazione è intervenuta per fare chiarezza e per mettere delle nuove regole laddove vi siano lacune.
Il divieto di sosta non è più valido?
Potremmo dire che non è più valido, ma la verità è che non lo è mai stato. O meglio, non tutti. Ma facciamo un passo indietro. L’art. 157 spiega cosa s’intende per sosta e in quali casi è vietata. Il comma 2 cita: “La sosta è l’interruzione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente.”
In pratica, lasciare l’auto ferma e allontanarsi è considerato sosta (non solo fermata). Questo vale sia per chi lascia il veicolo in seconda fila, sui marciapiedi, o di fronte a garage e accessi privati, indicati con cartello apposito.
Ma proprio in merito ai cartelli, molti si approfittano della situazione. Per questo, come si legge sul sito della Polizia Locale il giudizio della Cassazione che cita: “Il divieto di sosta è valido solo ove venga provata l’esistenza dell’ordinanza di apposizione, mentre sono irrilevanti le mere irregolarità che non incidono sulla possibilità di comprendere il significato del segnale.”
Che significa? Oltre al fatto che il cartello dev’essere leggibile e non importa che sia leggermente usurato a patto che si veda, molti acquistano e applicano quel cartello senza averne il diritto.

Come riconoscere un divieto di sosta non a norma e cosa succede alla sanzione
La legge dice che un divieto di sosta è valido solo se autorizzato da un’ordinanza comunale e installato con segnaletica conforme al Codice della Strada. Se il cartello è appeso a un cancello, scritto a mano, o su supporti non regolamentari, è il primo campanello d’allarme.
In caso di multa, si può chiedere all’Ufficio Traffico del Comune o alla Polizia Locale di fornire copia dell’ordinanza che autorizza quel segnale. Se non esiste, la sanzione è illegittima e può essere contestata tramite ricorso. Al proprietario del cartello può essere comminata una sanzione amministrativa (in genere da 173 a oltre 1.000 €), secondo l’art. 23 del Codice della Strada e i regolamenti comunali. Insomma, non basta il cartello: serve la legge che lo rende valido.